Il corpo della donna, vigilessa di 55 anni, era stato ritrovato tra la vegetazione sulle rive del fiume Oglio a Temù domenica 8 agosto.
Narcotizzata, soffocata e seppellita. Così sarebbe stata uccisa Laura Ziliani, il cui corpo è stato ritrovato ad agosto accanto al fiume Oglio, in provincia di Brescia. La relazione definitiva dell’autopsia effettuata dal professore Andrea Verzelletti, direttore di Medicina legale degli Spedali civili di Brescia, è stata depositata al pubblico ministero, Caty Bressanelli.
Come riporta il quotidiano “Il Giornale di Brescia”, la donna sarebbe stata narcotizzata con dei farmaci e poi soffocata in modo non violento. La quantità di farmaci non sarebbe stata sufficiente a provocare la morte della donna, che però in quanto stordita non ha potuto reagire. I medici hanno escluso che gli ansiolitici possano aver provocato un arresto e un blocco delle funzioni vitali, inoltre non ci sono segni di violenza e di fratture. Da qui, l’ipotesi di soffocamento. Il corpo sarebbe stato poi seppellito.
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Il corpo della donna, vigilessa di 55 anni, era stato ritrovato tra la vegetazione sulle rive del fiume Oglio a Temù, in Valle Camonica, domenica 8 agosto. La donna era scomparsa l’8 maggio 2021 e il suo corpo era stato notato da un bambino che passeggiava lungo il fiume. Il 28 giugno erano state iscritte nel registro degli indagati due delle tre figlie della donna, Paola e Silvia Zani, di 19 e 27 anni, e il fidanzato di quest’ultima Mirto Milani. I tre sono indagati con l’accusa di omicidio volontario e occultamento di cadavere, a causa soprattutto di alcune anomalie nel racconto fornito dai tre arrestati, che sostenevano l’ipotesi dell’infortunio o del malore.
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Infatti, al momento del ritrovamento del corpo, il cadavere della donna era ben conservato, nonostante i 90 giorni trascorsi dal momento della scomparsa. Dall’analisi dei tessuti prelevati in fase di autopsia, i medici hanno confermato il seppellimento che ha permesso al corpo, nonostante gli eventi atmosferici tra la primavera e l’estate, di rimanere in buono stato. I tre si trovano in carcere dal 24 settembre. Dietro la morte ci sarebbero motivazioni economiche. “Il proposito omicidiario è il frutto di una lunga premeditazione e di un piano criminoso che ha consentito loro di celare per lungo tempo la morte e di depistare le indagini”, ha riferito gip Alessandra Sabatucci nell’ordinanza di custodia cautelare. Dall’ordinanza era emerso che i tre avrebbero architettato il piano definito diabolico per impossessarsi dell’eredità della madre.