“Maschio, femmina o altro?”: bufera sul questionario per le elementari

E’ polemica a Fano dopo che nel questionario per le elementari è stata aggiunta una voce di troppo per quanto riguarda il sesso degli alunni: scoppia la bufera

Questionario per bambini, scoppia la polemica
Questionario elementari (screenshot foto Facebook)

E’ scoppiata una vera e propria bufera nelle Marche, precisamente nella città di Fano. Si parla di un questionario per il progetto “Andiamo a scuola da soli” che è stato accettato dal comune per i ragazzi delle scuole elementari. Fino a qui tutto normale, se non fosse per il fatto che nel momento di scegliere il sesso dell’alunno sono state inserite tre opzioni: maschio, femmina o altro.

Un qualcosa che non è stato assolutamente digerito da Andrea Montalbini, che ricopre il ruolo di responsabile ‘Fratelli D’Italia’ nella regione. Si è lamentato postando l’immagine presa da internet e postandola sul suo profilo ufficiale Facebook facendo vedere a coloro che lo seguono cosa è stato fatto.

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Queste sono state le sue parole in merito: “Progetto ‘Andiamo a Scuola da soli’ del Comune di Fano per le elementari. Cosa vorrebbe dire ‘ALTRO’? VE LA VOLETE SMETTERE DI INDOTTRINARE I BAMBINI? Chiederò chiarimenti questa porcheria deve finire“.

Fano, scoppia la polemica per il questionario dei bambini

Nel frattempo sono arrivate le dichiarazioni anche da parte del primo cittadino (che ha rilasciato una intervista al ‘Resto del Carlino‘) che si è giustificato dicendo: “Si è trattato di un refuso. Nel passaggio tra un programma e l’altro è comparsa la voce ‘altro”.

Non è finita qui visto che in merito a questa vicenda anche il commissario della Lega Marche, Riccardo Augusto Marchetti ha voluto dire la sua: “Il sindaco parla di un errore, ma la giustificazione non regge. Utilizzare i bambini come strumento di propaganda a favore dei gender è vergognoso“.

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Anche Simone Pillon ha voluto aggiungere qualcosa: “La giustificazione del sindaco Massimo Seri, secondo cui l’inserimento della voce ‘altro’ tra le opzioni di risposta sarebbe stato un mero errore tecnico, non regge. Sembra piuttosto un tentativo per rimediare all’errata volontà iniziale di coinvolgere gli studenti delle scuole in un dibattito che ormai è diventato vessillo di una certa parte politica“.

 

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