Milano. La notte di capodanno, al Duomo, è stata macchiata da aggressioni e violenze ai danni di alcune ragazze. In carcere un 18enne.
Mahmoud Ibrahim, 18 anni, è accusato di aver partecipato alle aggressioni e violenze della notte di Capodanno al Duomo. Per questo, dovrà rimanere in carcere. Il 18enne è stato fermato due giorni fa, insieme a un 21enne di Torino. I due sono indagati nell’ambito dell’inchiesta legata alle aggressioni e violenze sessuali avvenute al Duomo durante la notte di Capodanno. Il gip di Milano, Raffaella Mascarino, ha dunque convalidato il fermo, disponendo la misura cautelare per il 18enne. Le accuse sono lesioni, rapina e violenza sessuale di gruppo. Per il giudice, il giovane ha “una spiccata pericolosità”, avendo agito con “modalità da branco” al fine di soddisfare le sue “pulsioni contro il rispetto della persona“.
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Il gip ha dunque disposto il carcere per il 18enne a causa di questo episodio di violenza sessuale di gruppo. Le vittime sono quattro ragazze, aggredite presso la Galleria Vittorio Emanuele II. Il gip non ha però riconosciuto gli indizi gravi a suo carico legati al caso, contestato dalla Procura in concorso con il 21enne di Torino, dell’aggressione a due vittime presso via Mazzini.
Dunque, Il gip Mascarino, all’interno dell’ordinanza di custodia carceraria per il 18enne, ha scritto quanto segue. “Mahmoud Ibrahim ha evidenziato una consapevole e chiara adesione al progetto criminoso. Il gruppo di uomini ha assalito le vittime con un carico di violenza brutale. L’episodio non è sfociato in conseguenze peggiori per l’intervento fortuito di alcuni soccorritori”.
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Il gip contesta al 18enne “il pericolo di reiterazione del reato”. Tale pericolo si configura poiché “gravi indizi di colpevolezza” sono emersi dalle indagini. “Il branco”, si recita, “ha agito con la consapevolezza di approfittare dei festeggiamenti per il nuovo anno. In tal modo, si sono garantiti l’impunità“. Si legge inoltre che “la presenza di Ibrahim”, oltre a quella dei membri del gruppo di 50 persone che ha accerchiato le vittime, “ha contribuito ad intimidire le giovani ragazze“. Inoltre, “si sono vanificati i tentativi difensivi e di respingimento usati dalle giovani”.
Una ragazza testimonia: “Siamo state travolte dall’orda. Ci hanno spinte da dietro e sbattevamo contro quelli davanti. Ho avuto paura di morire. Ero atterrita dalla paura. Non riuscivo nemmeno a strillare, mi mancava il fiato”. Un’altra delle vittime ha dichiarato: “Ricordo 30 persone minimo, che mi toccavano e spingevano. Ho chiuso gli occhi per difendermi, sono riuscita a non cadere e mi sono liberata, con la forza della disperazione“.
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L’altro indagato, Abdallah Bouguedra, si è rifiutato di rispondere. La sua famiglia è “molto perbene, sconcertata dalla situazione che è caduta sulla loro testa come un meteorite”. Queste le parole dell’avvocato difensore del giovane, Stefano Comellini. Nei prossimi giorni si deciderà il futuro di Bouguedra, oltre a cercare di comprendere quanto effettivamente accaduto nella terribile notte di Capodanno al Duomo.