Il vice presidente Giuseppe Roscioli lancia un grido di allarme in difesa degli hotel che stanno chiudendo a Roma e in tutta Italia: “Migliaia di posti di lavoro a rischio”.
Una situazione divenuta insostenibile. La pandemia continua a mettere in ginocchio il mondo del turismo, a cominciare dagli alberghi. I numeri post covid sono a dir poco allarmanti, gli hotel chiudono e quelli che si salvano solo “costretti” a licenziare. I dati dell’osservatorio Federalberghi mostrano che lo scorso anno sono andate in fumo 148 milioni di presenze turistiche.
Tra le città più colpite ovviamente c’è Roma, che negli ultimi giorni ha dovuto fare i conti con le clamorose notizie riguardanti lo Sheraton e il Majestic. Il primo, dopo due anni di cassa integrazione, metterà alla porta ben 164 dipendenti tra chef, amministrativi, operai addetti alle camere e al ricevimento. Anche lo storico hotel di via Veneto è alle prese con una “gravissima cristi finanziaria“, come l’ha definita la proprietà, con un calo di presenze del 90,4% di presenze rispetto al 2019. In questo caso sono 47 i licenziamenti previsti.
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Per approfondire il discorso, la redazione di Notizie.com ha contattato in esclusiva il vice presidente di Federalberghi, Giuseppe Roscioli. Drammatico lo scenario che si è venuto a delineare negli ultimi due anni, da quando il covid si è abbattuto su settore del turismo. Dei 1280 alberghi presenti nella Capitale, sono circa 350 quelli chiusi temporaneamente, e lo stato di emergenza non sembra arrestarsi.
“Altri 50 hanno chiuso subito dopo le feste – la denuncia di Roscioli – a causa della situazione pandemica del nostro Paese. Ritengo che il primo responsabile sia il governo, che continua a lanciare un allarme un po’ troppo esagerato. Si sta facendo del terrorismo per convincere la gente a vaccinarsi. Al centro non c’è più nessuno, il governo si è dimenticato del turismo“.
Tre gli interventi immediati che chiede Federalberghi: “La prima cosa è la proroga dei bonus per gli affitti che è scaduta lo scorso luglio. In secondo luogo la rata dell’Imu scaduta a giugno 2021. Terzo, e non meno importante, la proroga della cassa integrazione e la moratoria sui mutui“. A rischio sono migliaia di posti di lavoro: “Purtroppo siamo tornati indietro di due anni, siamo come ad aprile 2020. In questi giorni, senza cassa covid, sono scattati i licenziamenti collettivi“.
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Un settore che per l’Italia è sempre stato tra i più importanti a livello di fatturato. Eppure la crisi di questi due anni non è stata contrastata con la giusta convinzione: “Quando si parla di turismo – ribadisce Roscioli – a livello istituzionale siamo considerati un settore di seconda fascia, è questo il paradosso. Un altro problema che non riesco a capire: è stata prorogata l’emergenza nazionale fino a marzo, ma non è stato fatto lo stesso per le misure anti pandemia. Ormai siamo di fronte a un’emergenza politica e non economica. Per questo siamo arrivati a pensare che l’emergenza sia stata lanciata per creare un allarme ingiustificato“.