Dopo essere stato espulso dall’Australia senza poter disputare il primo slam dell’anno, il tennista no-vax si è reso protagonista di una nuova iniziativa.
Inizia una nuova partita per Novak Djokovic. Niente campo da tennis, stavolta l’avversario non impugna una racchetta. Si tratta del nemico pubblico numero uno, che ormai da due anni ha seminato il terrore in tutto il mondo. Nole ha deciso di scendere in campo nella lotta contro il Covid-19. Come? Comprando un’azienda in Danimarca.
Si tratta della QuantBioRes: è una società che si sta occupando di mettere a punto un peptide che possa inibire l’infezione da coronavirus nelle cellule. Già in estate saranno avviati dei primi studi clinici in Gran Bretagna, proprio come ha confermato alla Reuters il ceo dell’azienda, Ivan Loncarevic.
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Stando a quanto riferito da Loncarevic all’agenzia britannica, Djokovic e la moglie avrebbero acquisito l’80% dell’azienda danese. Il 40,8% della QuantBioRes sarebbe in possesso di Novak, mentre il 39,2% sarebbe di Jelena. La Reuters ha provato a chiedere un commento allo staff che lavora con Nole, ma non è arrivata alcun tipo di risposta in merito.
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Il ceo dell’azienda ha specificato che la cura non consisterebbe in un vaccino, anche perché andrebbe in contrasto con quelli che sono i principi del principale finanziatore. “A questo progetto stanno lavorando molti ricercatori in Danimarca, Australia e Slovenia“, ha spiegato Loncarevic. Dopo esser stato costretto a saltare gli Austalian Open, adesso Djokovic rischia di dover dare forfait anche per il Roland Garros che si svolgerà a fine maggio.