Dopo il Report della Chiesa tedesca sugli abusi dal dopoguerra ad oggi, in cui si accusa anche il Papa emerito Ratzinger, oggi è arrivata la risposta di Francesco.
Non una dichiarazione apposita, dopo quella diffusa ieri dal direttore della sala stampa Matteo Bruni in cui si spiegava che “la Santa Sede ritiene di dover dare la giusta attenzione al documento di cui al momento non conosce il contenuto”.
E che, oltre a questo, “nei prossimi giorni, a seguito della sua pubblicazione, ne prenderà visione e potrà opportunamente esaminarne i dettagli”, reiterando tuttavia “il senso di vergogna e il rimorso per gli abusi sui minori commessi da chierici” e assicurando “vicinanza a tutte le vittime e conferma la strada intrapresa per tutelare i più piccoli, garantendo loro ambienti sicuri”.
L’intervento di Francesco dopo il Report tedesco
Ma un intervento pronunciato durante l’incontro in Vaticano con i partecipanti alla plenaria della Congregazione per la Dottrina della Fede, che Bergoglio ha esortato, tra le varie cose, ad avere “discernimento” nella lotta agli abusi.
La Congregazione per la Dottrina della Fede, l’ex Sant’Uffizio a due passi da Piazza San Pietro, è infatti il Dicastero deputato alla trattazione dei delicta graviora, tra i quali è annoverato anche quello particolarmente drammatico degli abusi da parte del clero.
Francesco, nel ricevere i partecipanti all’incontro nel Palazzo Apostolico, ha indicato loro tre parole, dignità, fede e discernimento, da tenere bene a mente nel momento in cui si svolge il lavoro relativo alla promozione e alla tutela dell’integrità della dottrina cattolica sulla fede e sulla morale, che è quello di cui si occupa la Congregazione.
“La Chiesa, con l’aiuto di Dio, sta portando avanti con ferma decisione l’impegno di rendere giustizia alle vittime degli abusi operati dai suoi membri, applicando con particolare attenzione e rigore la legislazione canonica prevista”, è quanto poi affermato da Francesco, riferendosi inequivocabilmente al Report tedesco.
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Legislazione che, paradossalmente, ha introdotto per primo in Vaticano proprio Ratzinger nel periodo del suo Pontificato, e ora è lo stesso Ratzinger ad essere accusato di negligenze dai legali tedeschi. Seppure queste riportino a mezzo secolo fa, e il Papa emerito le ha smentite nuovamente con una memoria di 82 pagine. Ovviamente, in questo caso Bergoglio non ha menzionato in alcun modo la figura di Benedetto XVI.
Le parole del Papa pronunciate alla plenaria della CDF
Al contrario, Francesco ha voluto ricordare il recente aggiornamento delle Norme sui delitti riservati alla Congregazione per la Dottrina della Fede, che ha spiegato essere nato dal desiderio di contrastare in maniera più vigorosa la lotta agli abusi dal punto di vista giudiziario.
“In questa luce ho recentemente proceduto all’aggiornamento delle Norme sui delitti riservati alla Congregazione per la Dottrina della Fede, con il desiderio di rendere più incisiva l’azione giudiziaria”, ha affermato il Papa. Spiegando tuttavia che “questa, da sola, non può bastare per arginare il fenomeno”.
C’è bisogno infatti di una conversione dal punto di vista morale, etico, per quanto riguarda i controlli sull’ingresso nei seminari, l’attenzione alla condizione psicologica dei chierici, e infine la diffusione di una cultura della denuncia immediata, piuttosto che del silenzio e dei “panni lavati in casa”. Bisogna cioè che la Chiesa, composta da religiosi e da laici, si adoperi al meglio in ogni contesto per contrastare questo fenomeno drammatico.
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Tuttavia, il Papa non ha affatto svalutato l’importanza dell’azione giudiziaria, che anzi “costituisce un passo necessario per ristabilire la giustizia, riparare lo scandalo, emendare il reo”.