Il libro di Danilo Coppe, “Crimini Esplosivi”, racconta delle stragi avvenute con l’uso di esplosivi in Italia.
La strage di Bologna, avvenuta nel 2 agosto del 1980, è uno dei fatti di cronaca più misteriosi e drammatici della storia d’Italia. Sebbene siano stati individuati gli esecutori materiali del gesto, le matrici ideologiche e le menti dietro la terribile vicenda che ha scosso l’Italia intera restano parzialmente celate. Dopo tanti anni, tra teorie formulate e ipotesi costruite, nessuno sa ancora il nome dell’individuo che ha progettato tale avvenimento.
Nel suo libro “Crimini Esplosivi”, l’insegnante e divulgatore scientifico Danilo Coppe parla di tutte le stragi italiane avvenute per mezzo di esplosivi. Coppe sostiene che, in tutti i processi che hanno riguardato questo tipo di stragi, le basi scientifiche di cui le autorità si sono servite per determinare la colpevolezza e la dinamica degli eventi sono state quantomeno scarse.
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Coppe ipotizza che la mancanza di scientificità in tali occasioni non sia dovuta al caso. Questo poiché le perizie esplosivistiche nell’ambito dei maggiori processi italiani sono così incongrue da far pensare che non ci sia voluti far dare una mano da riscontri oggettivi. Questo, al fine di lasciare tutto nella vaghezza più totale per far gestire i processi in modo più “politico”.
Il professore lamenta inoltre la terribile conservazione dei reperti nelle stragi, che sono avviati alla distruzione nella maggior parte dei casi. Coppe sostiene che, tuttavia, se si volesse, si potrebbe scoprire ancora oggi moltissimo. Questo, chiaramente, se ci si affidasse alla scienza. Opzione che non sembra prioritaria nei tribunali italiani.
In particolare, Coppe fa riferimento alla strage di Bologna. Il divulgatore, nominato dalla Corte nel processo contro Cavallini sulla strage di Bologna, è convinto di una cosa. Ovvero, che tutte le perizie esplosivistiche sulle quali si sono basate le condanne sono gravemente carenti. Coppe ha inoltre cercato dei residui esplosivi sui resti di “ignota 86” a Bologna. Ha trovato incomprensibile il fatto che non si approfondiscano gli elementi che ha riscontrato insieme agli altri periti nominati dalla Corte.
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Coppe ha inoltre spiegato che i resti di un volto umano, attribuiti per 40 anni ad una giovane donna sarda, Maria Fresu, sono i più vicini al luogo dello scoppio. Eppure, da un test comparativo del Dna molto approfondito, Coppe ha convenuto ciò. Ovvero, che i resti non appartengono né a Maria Fresu né a nessuna delle 85 vittime riportate della strage di Bologna. E questa è solo una delle incongruenze della suddetta strage.
Sempre riguardo la strage di Bologna, abbiamo contattato Valerio Cutonilli, autore di due libri sul tragico evento. Nel dettaglio, “I segreti di Bologna. La verità sull’atto terroristico più grave della storia italiana” e “La strage di Bologna tra ricostruzione giudiziaria e verità storica”.
Nel libro di Danilo Coppe, “Crimini Esplosivi”, si evidenzia la mancanza di metodo scientifico nelle perizie legate alle stragi avvenute per mezzo di esplosivi. Tra queste, la più eclatante è sicuramente la strage di Bologna. Come mai, secondo lei, non si è voluto scavare a fondo per comprendere appieno i mandanti di tale strage?
Non credo che Coppe abbia formulato accuse sulla conduzione politica dei processi. Appare evidente, non solo al sottoscritto, che le indagini condotte all’epoca abbiano rilevato lacune decisamente vistose. Sicuramente gli strumenti offerti attualmente dalla scienza possono consentire di colmarle. Per esempio, gli studi sul Dna potrebbero aiutarci a capire a chi appartiene la misteriosa maschera facciale di donna rinvenuta all’epoca nelle macerie della stazione. Se ne parla poco, purtroppo, ma a 42 anni dalla tragedia i magistrati non sono ancora riusciti a dare una nome a questa donna. La mia personale opinione è che la verità sull’esplosione di Bologna possa passare per l’individuazione dell’esatta dinamica dell’esplosione, ovvero per la soluzione del mistero del volto senza nome.
Crede che, a distanza di 42 anni, saremo mai in grado di sapere la verità riguardo i retroscena legati alla strage di Bologna, al di là degli esecutori materiali di tale drammatico evento?
Credo di sì. A mio personale avviso il tempo sarà galantuomo.