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Cronaca

Roma, Stupro di Capodanno: le testimonianze

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Raffaele Sposito

Roma. La notizia ormai è nota: in un festino di Capodanno, tra droghe e alcol, una ragazza ha subito ripetute violenze. Queste le testimonianze dei diretti interessati.

Partecipanti alla festa di Capodanno

La notizia dello stupro avvenuto nel festino di Capodanno svoltosi a Primavalle (Roma) ha fatto il giro del web. La redazione di notizie.com è riuscita ad avere accesso ai verbali del Tribunale di Roma, nei quali si analizza il ruolo dei ragazzi nelle violenze perpetrate ai danni di una ragazza sedicenne. Le chat di WhatsApp e di Instagram rivelano i tentativi di sfuggire alla giustizia, oltre agli atti compiuti dai ragazzi nella folle notte di Capodanno.

Nella sua testimonianza la giovane, che sporto denuncia, dichiara di essersi sentita “intossicata e fragile” dopo essersi svegliata il mattino seguente alle violenze. La ragazza dichiara altresì che al festino “c’erano alcolici, cocaina, marijuana, Rivotril“. La sedicenne ricorda di aver consumato molto alcol e di non sentirsi più tanto bene. Poi, l’approccio dei ragazzi nei suoi confronti. “Ricordo che ho fatto della resistenza. L’ho fatta ma non potevo fare più di tanto. Non avevo forza, non avevo consapevolezza. Del rapporto in sé non ricordo praticamente niente. (…) Mi ricordo più o meno l’inizio. Stavo in una stanza e dei ragazzi mi stavano toccando. Ricordo che qualcuno mi ha preso per il collo, anche per i capelli”.

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La sedicenne ricorda altresì i dolori provati a seguito della drammatica notte. “Mi sono risvegliata che avevo male dappertutto, sono andata in bagno e mi sono guardata le gambe ed erano completamente piene di lividi. C’erano anche sulle braccia, avevo un po’ di segno e avevo tanto dolore”. Un drammatico ricordo della serata spicca su tutti: un ragazzo che è uscito dal bagno, dopo aver consumato un rapporto sessuale con la sedicenne, fiero della macchia di sangue sulla sua maglietta, scaturita dalla violenza perpetrata ai danni della ragazza. Una testimonianza fornita da una ragazza aiuta a ricostruire questo episodio. Secondo la deposizione, il ragazzo, uscito dal bagno con la maglietta sporca di sangue, avrebbe urlato: “Me so scopato ‘na vergine”, riferendosi al rapporto sessuale consumatosi con la giovane.

Ma questo non è il solo rapporto avvenuto durante la folle notte di Capodanno. Altre testimonianze indicano che la stessa ragazza avesse consumato un rapporto a tre con un’altra giovane e un ragazzo, fidanzati tra loro. Tale rapporto avrebbe fatto scaturire una reazione rabbiosa da parte della fidanzata del ragazzo coinvolto nel rapporto, non contenta di come stessero andando le cose.

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Altre testimonianze indicano la presenza di un altro ragazzo, che avrebbe forzato la minorenne ad avere un rapporto sessuale una volta terminato il precedente. Dai verbali si evince che la sedicenne non fosse interessata al rapporto con questo ragazzo, ma sembra che tale rapporto sia avvenuto lo stesso contro il suo volere. Il ragazzo in questione, dopo la festa, si è anche sincerato di scrivere ad alcuni partecipanti della festa, chiedendo di non fare il suo nome durante le testimonianze.

Le chat dei ragazzi su Instagram sono state scambiate subito dopo la festa. Le chat su WhatsApp, precedenti al party, invece, mostrano i vari tentativi e gli accordi messi in atto per cercare di reperire le sostanze stupefacenti da poter poi consumare. Si nota, tra le altre cose, la frustrazione dei ragazzi e delle ragazze alla mancanza di Rivotril in una farmacia. Un video condiviso sul gruppo WhatsApp della festa mostra inoltre due ragazze nell’atto di consumare della cocaina, avendola disposta su uno smartphone. Altri video mostrano due ragazze bere superalcolici davanti ad uno specchio che si trovava in un bagno della casa di Primavalle.

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Una festa sregolata, dove girava di tutto. A farne le spese, la sedicenne che ha denunciato prontamente quanto accaduto alle autorità. I ragazzi coinvolti rischiano grosso e nelle intercettazioni telefoniche si percepisce la paura dei partecipanti. Tra di loro chiedono ad altri partecipanti di non fare il proprio nome e poi ragazzi che giurano vendetta qualora qualcuno dovesse citarli. La sensazione di colpevolezza, figlia dell’aver fatto qualcosa di sbagliato, è palpabile. Una brutta storia, intrisa di droghe, alcol, eccessi e violenze.

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Raffaele Sposito