Il ragazzo di quindici anni studia nautico e sogna di diventare comandante: “Vorrei che fosse al mio fianco per gli esami”
Marco è un ragazzo di quindici anni che sogna di diventare un Comandante di Navi. Sta studiando nautico e punta a laurearsi per esaudire il suo sogno e trasformarlo in un lavoro. Da qualche anno a questa parte ha stretto un rapporto epistolare con Francesco Schettino. I due si sono scambiati lettere e hanno parlato diverse volte. Colloqui sulla vita all’interno delle navi, con consigli e scambi di vedute. Chiacchierate che sono servite a rinforzare il rapporto e la convinzione, nella testa del ragazzo, di seguirne le orme.
“Come è nata l’idea di scrivere una lettera al comandante Schettino? Quando successe la tragedia avevo cinque anni. Guardavo le immagini della nave col fiumaiolo giallo che si era inabissata e mi veniva in mente il Titanic. Con il passare degli anni – ricorda in esclusiva a Notizie.com – sono uscite varie notizie, sia vere che false. Qualche anno dopo, mentre preparavo l’esame di terza media mi sono imbattuto in diversi video: interviste rilasciate da Schettino al Codacons, ricostruzioni della vicenda e ci ho visto più chiaro. Da lì ho deciso di mandargli una lettera, alla quale lui ha subito risposto. E’ stato un modo per sentirlo vicino poco prima dell’esame, nel quale ho esposto questo argomento, come elaborato multidisciplinare. Ho condiviso la sua lettera con la commissione”.
LEGGI ANCHE: Schettino, parla l’avvocato: “Sconta la pena in silenzio”
Marco è stato colpito dalle parole di Schettino. “Mi hanno colpito le sue storie: su tutte quella di un suo vecchio Comandante che si trovava in difficoltà nel porto di Sidney. La sua nave era in balia del vento e lui non riusciva ad effettuare la manovra. Schettino da Sorrento gli è stato vicino e lo ha aiutato a superare un momento di difficoltà, spiegandogli passaggio dopo passaggio tutto quello che bisognava fare”. Da allora la corrispondenza è stata continua: “Ci siamo fatti gli auguri di Natale, di capodanno e ogni volta che mi capita qualcosa mi fa piacere condividerla con lui. Mi regala degli insegnamenti. E’ un mio mentore. Sto studiando nautico e sogno di seguirne le orme”. Su Facebook Marco ha pubblicato alcune lettere che Schettino gli ha scritto, per condividerle con i suoi amici e provare a far cambiare idea a chi lo ha giudicato troppo frettolosamente.
Marco ha pubblicato le lettere, accompagnandole con messaggi di affetto e stima. “È andato contro ogni schema, sfidando l’imponderabile, pur di tenere quel pezzo di ferro lungo 290 metri quanto più possibile a galla, in un mare che sembrava affamato. Affamato come i cani che ancora oggi pasteggiano sulle rovine di quella vicenda. Agli occhi di quasi tutto il mondo è passato alla cronaca come un codardo. Gli occhi di un mondo che però, anno dopo anno, intervista dopo intervista, tende a giudicare quel che gli viene propinato, senza sapere, senza conoscere, senza voler andare più in là del becero colpo di scena. Per me, questo uomo, invece, rappresenta l’ultimo vero Comandante, quello con l’acqua di mare nelle vene, quello che guarda la schiuma degli scogli e senza radar né monitor, capisce d’un tratto cosa c’è da fare. Quello che si isola e se ne fotte di chi non capisce la lingua, di chi non ha eseguito gli ordini, di chi ha spostato la rotta, di chi si fa prendere dal panico e di chi vuole spiegazioni che in quell’istante, lui, non ha il tempo di dare a nessuno, nemmeno a Dio”.
LEGGI ANCHE: Costa Concordia: quel tragico inchino compie 10 anni : VIDEO
Marco ha le idee chiare sulla vicenda della nave Concordia. “La storia non è stata raccontata come si deve. Si cercava un caprio espiatorio che andava colpito e affondato. Una cosa molto brutta che mi fa rabbia. Spero solo che tutto venga a galla. Non raccontare la verità equivale a non commemorare le vittime. Io ho una speranza: tra tre anni darò l’esame di maturità. Schettino è stato al mio fianco durante gli esami di terza media, con una lettera. Stavolta lo vorrei vicino a me”.