Marco Giallini nuovamente nei panni di Rocco Schiavone: il cinema per lui fu un modo per reagire alla grave perdita della moglie. Il suo ricordo è ancora vivo.
Il 2022 sarà un anno ricco di impegni per Marco Giallini, già a lavoro per le riprese della quinta stagione di Rocco Schiavone. I fan non dovranno attendere molto, e l’attore romano è pronto ad una serie di lavori che confermano la sua bravura e la capacità di interpretare diversi ruoli.
Il cinema per l’apprezzatissimo attore romano è stato il modo per reagire, per trovare una piccola cura al profondo dolore dopo la prematura perdita della moglie. Lui stesso qualche giorno fa ha ricordato quel giorno, raccontando le sensazioni, i risvolti di una vita privata tenuta sempre fuori dal lavoro, ma che è stata determinante per un successo senza fine. Fece lo stesso in occasione del lockdown, svelando in una intervista quale fu il momento esatto in cui sentì la necessità di diventare popolare, di dover dare qualcosa in più ai figli.
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Marco Giallini: “Fu in quel giorno che decisi di diventare popolare”
“Alla fine, io sto in lockdown da quando è morta Loredana – dichiarò Giallini in una vecchia intervista –, fu quello il momento in cui decisi di dover diventare popolare. Volevo dare una opportunità in più ai miei figli”. Una perdita triste e dura per l’attore, amatissimo, corteggiatissimo dai registi, capace di interpretare qualsiasi tipo di ruolo. Per sua stessa ammissione quel momento fu incredibilmente duro. “Per anni ho fatto l’imbianchino e la sera andavo a scuola di teatro. Poi ho iniziato a portare il camion delle bibite, la mattina. Dopo tornavo a casa, doccia, prendevo il mio Yamaha, andavo a scuola. Parcheggiavo contro il muro, non avevo manco il cavalletto e entravo”.
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Il ricordo però è ancora vivissimo. “Come ho fatto senza di lei non lo so, il dolore era troppo. Il pensiero che lei rientri a casa da un momento all’altro dura due anni, poi capisci che morire è prassi. Non a 40 anni. Non fra le mie braccia, mentre prendiamo le valigie per le vacanze. Ma non sono l’unico a cui è successo. Vorresti sapere che pensano i bimbi il giorno della festa della mamma o quando spegni la tv e quello, a 5 anni, strilla mamma mamma”.
Innamorarsi ancora? Impossibile. “Ma di chi? Ma perché? Innamorato ero di mia moglie. Per 27 anni, non ci siamo mai lasciati e non abbiamo mai litigato. Lei era la donna mia e io il suo uomo. Nel mondo, quante ce ne possono stare di persone per te? Una. Ogni tanto ci parlo ancora”. Un ricordo struggente per un attore unico, spesso impegnato in ruoli da duro, ma incredibilmente dolce nel ricordo del dolore più pesante.