Per alcuni Presidenti bastò uno scrutinio, per altri più di 20 e c’è il recordman: la storia degli eletti al Quirinale.
Mancano 48 ore al primo scrutinio per la corsa al Colle. Sergio Mattarella lascerà il posto al tredicesimo presidente della Repubblica, e sono ore caldissime per evitare rotture e tentare di convergere su un nome in grado di essere votato in maniera trasversale.
Nell’attesa che il centrodestra sciolga le riserve, Mattarella prepara il discorso di addio. Lascerà il Quirinale dopo una presidenza molto apprezzata, iniziata da una proposta di Renzi e culminata in tempi di pandemia, di difficoltà economiche, di tentativi di coesione per formare governi unitari in modo da guidare l’Italia fuori dalla crisi. Prima di lui 11 nomi, fra record, decisioni prese in un solo scrutinio, altre in cui ne sono serviti addirittura 23.
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Una storia affascinante, ricca di colpi di scena e di ribaltoni, che potrebbero riproporsi. Non fu così nel caso di Cossiga e Ciampi. Un record per quest’ultimo, nominato alla guida del paese in poco più di 2 ore e mezza con 707 voti su 990 elettori. Fu determinante l’accordo fra Fini, Berlusconi e Veltroni, tutti allineati su un solo nome. Cossiga detiene invece ben due record. Fu il presidente più giovane, eletto a 57 anni, e anche per lui fu necessario un solo scrutinio grazie alla spinta di Ciriaco De Mita, determinato a fare accettare a tutti il nome del democristiano in sole 3 ore.
Quirinale, la storia dei presidenti: per Leone fu una corsa ricca di ostacoli, per Pertini un plebiscito
Già in principio la storia dei Presidenti della Repubblica fu ricca di dati unici. Enrico De Nicola fu il primo e non fu semplice convincerlo ad accettare il ruolo. Si rifiutò di salire al Quirinale, rinunciò ai compensi per un ruolo delicato e storico nel passaggio alla Repubblica e il suo incaricò resta ancora oggi il più breve della storia, poco più di un anno. Per Giuseppe Saragat furono invece necessari 21 scrutini. Si votò alla vigilia e nel giorno di Natale, poi riuscì ad imporsi su Leone, che fu il suo successore.
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La sua elezione fu un altro record. Furono necessarie 23 votazioni e superò il quorum per sole 13 preferenze. Poi fu il turno di Sandro Pertini, e la storia cambiò. Fu un plebiscito, divenne il primo socialista ad essere eletto, e dopo 16 scrutini ottenne 832 voti su 995, un primato ancora oggi mai eguagliato. Poi la storia ha assegnato il ruolo fra gli altri a Scalfaro, a Napolitano, fino a Mattarella e al tredicesimo. Saranno ore calde, si cercano gli accordi e le strette di mano, in una corsa ancora aperta che inizierà lunedì alle 15.