Berlusconi scioglierà le riserve nel summit a Roma con Salvini e Meloni: ore calde per la corsa al Quirinale, tutti i nomi.
Passo indietro? La risposta sembrerebbe affermativa, e nelle prossime ore sarà il vertice del centrodestra a dare una prima sentenza definitiva. Berlusconi farà chiarezza in un clima definito “cordiale” che esprimerà una posizione “condivisa ed unitaria”.
Emerge questo dalla nota rilasciata da Salvini e per il Cavaliere la corsa sembra finita. Non sono esclusi però i colpi di scena. Difficile che dopo una candidatura sbandierata non sia il leader di Forza Italia ad avanzare una proposta, o ad incassarne una su un nome gradito. Salvini ha parlato di “una o più proposte di alto livello”, ma resta il riserbo su quelli che potrebbero essere in nomi.
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Serve una candidatura forte, in grado di convincere il Cavaliere e di essere gradita anche alle altre forze di governo. I nomi intanto iniziano a circolare, ma non tutti trovano conferme e soprattutto non mettono d’accordo le forze in campo. Resta forte il nome di Mario Draghi e potrebbe incassare il gradimento trasversale. Il problema è relativo però al vuoto da lasciare alla presidenza del consiglio. Convergere sul suo nome vorrebbe dire tornare anticipatamente alle urne rispetto al 2023, e non sarebbe questa una opzione condivisa da molti. Ecco perché spuntano altri nomi. Soprattutto al femminile.
Toto Quirinale, Berlusconi verso il dietrofront: i nomi in corsa
Berlusconi potrebbe avanzare il nome di Giuliano Amato. Due volte presidente del Consiglio, due volte al Ministero del tesoro. Il Pd potrebbe convergere, ma la candidatura non scalderebbe di sicuro Salvini e Meloni. Su Pierferdinando Casini il leader di Forza Italia potrebbe mettere un veto decisivo nell’accantonare la candidatura, mentre Paolo Gentiloni, attuale commissario europeo per gli Affari economici e monetari, è una opzione per il Pd, difficilmente spendibile trovando sponda nel centrodestra.
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Restano quindi molto forti le candidature delle donne. Da Maria Elisabetta Alberti Casellati, presidente del Senato e fra i nomi probabilmente di Salvini, fino a Letizia Moratti, candidatura meno forte. Ancora in corsa i nomi di Marta Cartabia e di Paola Severino, figura super partes già Ministra della Giustizia nel governo Monti. Non è escluso dalla lista il profilo di Elisabetta Belloni, direttrice generale del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza che coordina le attività di intelligence. Fu in più occasioni vicina a diventare Ministro degli Esteri ed è nella rosa valutata in queste ore. E intanto oggi sarà fatto il primo passo decisivo. L’impressione è che il nome del centrodestra potrebbe essere un messaggio alle altre forze politiche. Difficile capire se sia in grado di far convergere tutti per chiudere in anticipo la partita. Se così fosse si attenderebbe solo la prima votazione, fra 48 ore. A meno di clamorosi, ma non impossibili, colpi di scena.