Il segretario del sindacato di Polizia: “Ci hanno trasformato in zimbelli. Dobbiamo morire per poter intervenire. E’ ora di dire basta”
Le immagini degli scontri nella capitale, di Casapound, con l’assalto alle forze dell’ordine e l’aggressione di Taranto, con tanto di sparo nei confronti di una autovettura della Polizia, hanno portato alla reazione delle forze di polizia, che chiedono rispetto e tutela. Andrea Cecchini, segretario del sindacato di Polizia Italia Celere, dichiara in esclusiva ai nostri microfoni tutto lo sdegno di una categoria che si sente attaccata e sotto accusa. “Dopo aver visto le immagini forti di questi ultimi tre giorni tra Roma e Taranto, anzichè piangerci addosso, perchè non siamo vittime, sarebbe giusto manifestare sotto i palazzi del potere. Manifestare il nostro disprezzo la rabbia e la frustrazione per uno stato di profonda ingiustizia”.
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Per Cecchini, “Tutti gli italiani sembrano asserviti al potere dei cattivi e dei potenti, che trattano le forze dell’ordine come lo zimbello del paese. Vorremmo manifestare il nostro dissenso verso la politica, le istituzioni perchè ciò che succede oggi è il frutto di un processo di decadimento senza precedenti della sicurezza, per colpa di quel politicamente corretto che di fatto si tramuta in politicamente corrotto, in quella corruzione d’animo che vuole che o muore o è cattivo. Non è possibile – continua Cecchini a Notizie.com – pensare che si possa sparare verso le macchine della Polizia, che non hanno blindature o coperture; non è possibile pensare che gli agenti che lavorano per strada siano senza protezioni adeguate. Che chi commette un reato così grave, come ciò che è accaduto a Taranto o a Roma la possa fare sempre franca in un modo o nell’altro. Ci chiediamo quanto stanno pagando le persone che hanno commesso reati contro le forze dell’ordine? Purtroppo la risposta la sappiamo. Qualcuno, nel Governo, ha voluto trasformare la Polizia in semplici quote per dare forza e voti ai politici in parlamento”.
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“Siamo stufi di dover morire per essere capiti”
Aggredire un poliziotto, secondo Cecchini, non fa notizia. Diverso invece se ci scappa il morto. “Ed è sconcertante sapere che lo stesso Stato che ci chiede e ci paga per la Sicurezza di tutti praticamente ci abbandona. Del resto, piacciamo più da morti e quando recuperiamo animali abbandonati (ci mancherebbe, per noi servizio anche questo), se soccorriamo una persona in difficoltà, che quando dobbiamo mettere in pratica le nostre competenze per arrestare il criminale e i violenti di turno. Diventiamo cattivissimi quando usiamo gli strumenti che abbiamo per salvaguardare la sicurezza di tutti e anche la nostra. Veniamo sbeffeggiati sui social. Facile andare al Var e controllare, ma noi in pochi secondi siamo chiamati ad intervenire. Siamo stufi di dover morire, prima di poter intervenire”.