Infermiera killer di Piombino, Fausta Bonino è stata assolta

Fausta Bonino, infermiera accusata di aver ucciso 9 persone, è stata assolta in appello dall’accusa di omicidio plurimo volontario

Fausta Bonino è stata assolta: la corte di appello Firenze ha assolto dall’accusa di omicidio plurimo volontario l’infermiera che era finita a processo per i decessi anomali, collegati alla somministrazione di eparina, di 10 pazienti avvenuti nell’ospedale di Piombino tra il 2014 e il 2015.

L’infermiera dell’ospedale Villamarina di Piombino venne iscritta nel registro degli indagati nel dicembre 2015 e fu arrestata il 30 marzo 2016, in quanto sospettata di aver ucciso alcuni pazienti durante la loro degenza nel reparto di anestesia e rianimazione. Secondo l’accusa, la donna avrebbe pianificato e causato la morte di 13 persone – questo il numero all’inizio dell’inchiesta – attraverso l’uso deliberato e fuori dalle terapie prescritte di eparina. Il farmaco sarebbe stato somministrato in quantità tali da determinare il decesso provocato da improvvise emorragie. Successivamente, il 20 aprile 2016, il Tribunale del Riesame di Firenze annullò l’ordinanza di custodia in carcere e la donna venne rimessa in libertà. Nel dicembre del 2017, la relazione degli esperti certificò che dieci delle morti sospette potessero essere riconducibili con la somministrazione di eparina. Per lei, il Tribunale di Livorno aveva deciso la condanna all’ergastolo: la donna è stata così imputata per omicidio volontario plurimo.

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La Corte di Appello di Firenze, però, ha ribaltato totalmente quanto sostenuto dai giudici, assolvendo la donna dall’accusa di omicidio plurimo volontario. Fausta Bonino è stata condannata a un anno e mezzo per ricettazione ma è stata assolta dall’accusa più grave, quella di omicidio, per non aver commesso il fatto. La condanna a un anno e mezzo per ricettazione è invece relativa ad alcuni medicinali trovati nella sua abitazione durante la perquisizione effettuata al momento del suo arresto.

La sentenza è arrivata a distanza di poco più di un mese dalla richiesta del pm. La donna si è sempre professata innocente, affermando di non aver nessun collegamento con i decessi. “Ancora non ci credo. Non potevano accusarmi per delle menzogne dette da qualcuno, non c’era altro”, ha commentato la donna dopo la sentenza.

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