L’ex capitano viola, settimo assoluto per presenze con la maglia dei toscani, ha parlato a notizie.com: “Nella mia carriera ho sempre scelto seguendo i sentimenti. Ma se vuole andare via, che se ne vada. Morto un papa se ne fa un altro”
La questione legata al sempre più vicino passaggio di Dusan Vlahovic dalla Fiorentina alla Juventus ha aperto il dibattito tra gli addetti ai lavori. L’eventuale scelta del bomber serbo, soprattutto in questo momento della stagione, rievocherebbe molti altri trasferimenti clamorosi che hanno condizionato la storia vecchia e recente dei rapporti tra i due club: “Sono cose che capitano e che sono già successe. E si pagano con i risultati. Ormai la palla è in mano alla Fiorentina e a Vlahovic, tutti i pareri contano fino a un certo punto. E alla fine a pagare sono sempre i tifosi“, ha detto Giancarlo De Sisti in esclusiva a notizie.com.
Ex capitano della Fiorentina e settimo calciatore della storia per numero di presenze con la maglia viola, “Picchio” è rammaricato per il sempre più probabile addio del centravanti: “Purtroppo non è il primo caso di un giocatore forte, che tra l’altro sta raggiungendo l’apice e si sta ponendo all’attenzione internazionale, vicino alla cessione. La sua decisione dipenderà certamente dalla speranza di giocare nelle coppe importanti e dalla possibilità di arricchire il proprio portafoglio. Dal suo punto di vista sono considerazioni legittime, ma da quello dei tifosi e di chi vuole bene alla Fiorentina no. Io mi auguro che venga consigliato bene e che scelga nel migliore dei modi. È vero che siamo in un’epoca avara di sentimenti e valori, ma delle volte l’affetto della gente può ancora contare. Alla fine cambia così tanto guadagnare 7 milioni invece di 5?“.
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“Nella mia carriera ho scelto seguendo i sentimenti”
In ogni caso tenere un Vlahovic scontento avrebbe poco senso: “Se deve restare tanto per farlo, allora se ne vada, arrivederci e grazie. Il calcio a Firenze non è cominciato con Vlahovic e di certo non finisce con lui. Si perde un pezzo da novanta, ma se ne costruirà un altro. Tanto la società può fare anche i salti mortali, ma se il giocatore non vuole starci la responsabilità è sua. La Fiorentina è una società sana e ambiziosa. Certo, proprio adesso che con Italiano sta giocando particolarmente bene sarebbe un peccato perdere l’uomo migliore, ma come diceva il grande Alberto Sordi nel Marchese del Grillo, morto un papa se ne fa un altro“.
Al posto di Vlahovic, però, De Sisti probabilmente avrebbe preso una scelta diversa: “Ai miei tempi funzionava diversamente, i calciatori non avevano voce in capitolo, erano totalmente nelle mani delle società. Ma in ogni caso ho avuto la possibilità di andare all’Inter quando ero già grande e prima sia il Milan che la Juventus avevano fatto delle proposte. Alla fine sono sempre rimasto legato alle squadre dove sentivo che mi volevano bene, la Fiorentina prima e la Roma poi. E l’ho fatto anche da allenatore, in particolare all’Udinese, quando vennero dati dei punti di penalizzazione. Prima che questi venissero assegnati, io avevo già dato la mia parola sul fatto che sarei rimasto a prescindere, in qualsiasi categoria. Questo perché ho valutato la realtà dei sentimenti, la gente mi voleva bene, vedeva che mettevo anima e cuore in tutto ciò che facevo. Aspetti che oggi contano sempre meno“.