L’attaccante ecuadoriano pronto a riabbracciare il tecnico che lo ha guidato alla Lazio: storia di gol, abbracci e di un feeling unico
L’ingresso in campo negli ultimi per partecipare al forcing finale. La grinta profusa sul terreno di gioco e la naturale propensione ad attaccare e risolvere le partite più dure con una giocata decisiva. Per i tifosi della Lazio era diventata ormai una sana abitudine assistere ai gol segnati da Felipe Caicedo nei minuti conclusivi (o addirittura nel recupero) delle gare più complicate. Colpi di testa vincenti, gol di rapina o attraverso giocate di ottimo livello; reti decisive per i risultati che venivano festeggiate con un abbraccio liberatorio con i compagni e Simone Inzaghi.
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Scene che erano diventate abitudinarie per i sostenitori biancocelesti e che ora i tifosi nerazzurri sognano di ripetere. Il tecnico dell’Inter sta per riabbracciare il calciatore che più di ogni altro gli ha tolto le castagne dal fuoco nei momenti più difficili. Perchè se è vero che le fortune laziali di Inzaghi si sono fortificate nei gol di Immobile e nelle giocate di Luis Alberto e Milinkovic, è altresì vero che, attraverso le prodezze ottenute nella “zona Caicedo” il tecnico piacentino è stato in grado di portare a casa punti fondamentali.
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Dalla rete segnata a Cagliari al 97′, al gol messo a segno contro la Juventus in pieno recupero e che regalò a Inzaghi un prestigioso 3-1 contro i bianconeri di Sarri. Dalla zampata vincente a Torino (che permise alla Lazio, che era sotto 3-2 al 91′ di imporsi 4-3) alla prodezza contro la Juventus di Pirlo al 93′, quando in un fazzoletto si girò in area di rigore e segnò la rete del pareggio; senza dimenticare il gol in Champions League a Bruges, la rete con il Crotone e tante altre prodezze realizzate in pieno recupero.
Per Inzaghi Caicedo è stata sempre l’arma da utilizzare per decidere le sfide più difficili. E non è un caso che ora, nel momento decisivo della stagione, con l’infortunio di Correa e alla vigilia delle delicate sfide in campionato, Coppa Italia e Champions, sia il primo nome fatto alla società. L’ecuadoriano è l’attaccante di scorta ideale, capace di interpretare il suo ruolo nel modo migliore. Negli anni biancocelesti Inzaghi lo ha spesso alternato (e molte preferito) a Correa. Nell’ultima stagione romana i rapporti tra i due si erano “raffreddati”: colpa di alcune scelte tecniche (a Milano, per sostituire l’infortunato Correa il tecnico gli preferì Muriqi, scelta ripetuta in altre occasioni) mal digerite. Ma la stima è sempre rimasta alta. Per Inzaghi Caicedo è stato sempre l’uomo della provvidenza. Ora il feeling potrà continuare con la maglia nerazzurra.