Pera, Moratti e Nordio: chi sono i tre candidati al Quirinale

La storia e i successi dei tre candidati alla presidenza della Repubblica per il centrodestra: un filosofo, un magistrato e un ex sindaco

Tre nomi per trovare un candidato alla Presidenza della Repubblica. Tre figure studiate a tavolino per sconfiggere perplessità e diffidenze degli altri partiti. Pera, Moratti e Nordio sono i tre candidati del centrodestra per il Quirinale. “Figure di spicco” ha dichiarato Matteo Salvini.

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Pera, Moratti, Nordio i tre candidati per il centrodestra – Ansa Foto –

Giorgia Meloni invece si è soffermata sui tre profili: “I tre nomi di oggi dimostrano che questa area politica nulla ha da temere in tema di autorevolezza. Sono 3 profili di assoluto livello: Pera è filosofo, accademico, scrittore, è stato presidente del Senato esattamente come sono stati De Nicola, Gronchi, Cossiga, Scalfaro e Napolitano. Mi pare che abbia il curriculum. Moratti: dirigente aziendale, politico, presidente Rai ed è stata ministro come Einaudi, Segni, Saragat, Ciampi e Napolitano e ministro dell’Istruzione come Mattarella. Mi pare abbia il curriculum ed è una donna, in più. E Nordio è una proposta fatta per allagare ancora di più il campo e senza un pregresso politico”. 

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Marcello Pera: il filosofo

Marcello Pera, ex presidente del Senato – Ansa

Classe 1943, nato a Lucca, Marcello Pera ha già ricoperto una delle tre cariche più importanti: si è seduto infatti dal 2001 al 2006 sulla poltrona del Senato, nel ruolo di Presidente. Eletto con il Popolo delle Libertà, ne è stato un esponente di spicco dal 1996 fino al 2013. Già presidente del Senato dal 2001 al 2006, viene eletto a Palazzo Madama con il Popolo delle Libertà e con la Casa delle Libertà dal 1996 al 2013. Accademico di filosofia, inizia il suo percorso universitario e di ricerca negli anni Settanta: prima borsista, poi assistente ordinario, infine professore ordinario, coordinatore del dottorato in Filosofia della scienza a Pisa e membro del Comitato scientifico dell’Associazione “Fondazione Karl Popper”, di cui è grande studioso. Nel 2000 difese Bettino Craxi, definendolo “grane statista e grande socialista” e condannando la pubblica gogna che ha accompagnato gli ultimi anni della sua vita.  Pera puntò il dito contro “l’ingratitudine di molti”, la “pavidità” di altri e “l’ipocrisia e il cinismo di altri ancora’ che lo avevano “condannato”.

Letizia Moratti, la prima donna

Letizia Moratti, ex sindaco di Milano – Ansa Foto –

E’ stata la prima donna a dirigere la Rai, la prima a diventare sindaco di Milano e ora punta a diventare la prima donna Presidente della Repubblica. Nata nel 1949, Letizia Moratti è entrata in politica con l’avvento di Silvio Berlusconi nel 1994. Ha ricoperto il ruolo di Direttore della Rai, poi dal dal 2006 al 2011 è stata il sindaco di Milano. Oggi è la vicepresidente della Regione Lombardia, guidata da Attilio Fontana, con delega al Welfare. Milanese, classe 1949, figlia di un partigiano, a 25 anni inizia la sua carriera di manager, nel campo assicurativo. Prima di diventare sindaco è stata Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca dal 2001 al 2006, sempre nel governo Berlusconi.

Leonardo Nordio, il magistrato

Carlo Nordio, magistrato per 40 anni – Ansa Foto –

Per più di quarant’anni ha ricoperto con autorevolezza la carica di magistrato. Trevigiano, di 74 anni è sempre stato in prima linea nel dibattito sulla giustizia. Si è recentemente schierato per il sorteggio per la composizione del Csm e ha firmato i referendum di Radicali e Lega. Ha mosso i primi passi nel mondo delle procure nel 1977, negli anni Ottanta conduce indagini sulle Brigate Rosse venete. Poi con il pool di Mani Puliti entra dentro lo scandalo di Tangentopoli riuscendo a colpire il sistema politico veneto e in particolar modo le Coop Rosse. Nordio è anche presidente della Commissione per la riforma del Codice penale, con l’allora ministro della Giustizia Roberto Castelli (Lega) e in seguito consulente di diverse Commissioni parlamentari. Nel commentare la proposta di Giorgia Meloni di mandarlo al Colle, l’ex magistrato ha fatto sue le parole del centurione di Cafarnao: “Domine non sum dignus. Signore, non sono degno”.

 

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