All’assemblea è quasi zuffa tra proprietari per il progetto di un ascensore in un giardino neogotico. Lo showman ha votato per il sì
Un palazzo di un’altra epoca protagonista di una storia di questi tempi. E un’assemblea di condominio infuocata con i vicini che fanno la voce grossa l’uno contro l’altro. Chi a favore dell’intervento proposto dal condomino del primo piano, chi (in questo caso, solo una famiglia) si oppone con tutte le proprie forze e le conoscenze. Ma al voto della riunione perde. Succede così in tutti i palazzi, anche quando il condominio in questione si affaccia sul Canal Grande di Venezia e tra i suoi abitanti annovera lo showman Rosario Fiorello.
L’assemblea in questione si è svolta la settimana scorsa a Palazzo Bernardo, edificio quattrocentesco a due passi da campo San Polo e al suo interno un prezioso cortile neogotico. Oggetto della riunione, la proposta di costruire un ascensore esterno, nel cortile, a collegare il piano terra al secondo piano nobile a beneficio di due residenti con seri problemi di mobilità. Una questione privata che è diventata di dominio pubblico. E che, allo stesso tempo, diventa un dibattito che divide Venezia: i conservatori sul fronte della tutela degli edifici storici da un lato e chi non è contrario a introdurre qualche elemento d’innovazione, come un ascensore. Senza contare che in tutto questo c’è sempre la “soprintendenza che vigilia e garantisce che gli immobili storici siano tutelati”.
“Non si può fare un ascensore in un palazzo così storico”
Tra i contestatori c’è Gaby Wagner, ex modella, designer e fotografa che insieme al marito, l’avvocato Jean Marie de Gueldre, ha impugnato il via libera a procedere dell’assemblea di Palazzo Bernardo: “Come è possibile pensare di realizzare un ascensore nel cortile di un palazzo storico, avremo le due corsie tra le finestre della camera da letto”. Poverina, come si farà mai? Loro sono gli unici a pensarla così, anche perché, la proponente, che è in carrozzina, le proprietarie dei due alloggi turistici del secondo piano e anche Fiorello, che ha casa al terzo, hanno detto sì al progetto affidato all’architetto Stefano Zorzi che avverte e prova a rincuorare: “Saranno usati materiali in sintonia con l’edificio, ci sarà una “cabina” nuda su binario e l’armadio, non a vista, sarà a-sonorizzato”.
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Il via libera della settimana scorsa in assemblea non è che un primo step di un percorso burocratico tutto in salita: a Venezia, come in ogni centro storico, qualsiasi intervento negli edifici ha bisogno del via libera, vincolante, della soprintendenza. Nell’attesa di sviluppi, al terzo piano dell’immobile, proseguono i cantieri commissionati da Fiorello in persona: il suo appartamento, dalle dimensioni generose, sarà diviso in due: una delle case verrà venduta, l’altra rimarrà di sua proprietà. Ma da qui a qualche settimana o mese se ne vedranno delle belle in quel condominio tanto ricco, quanto litigioso.