Il Presidente lascia l’assemblea scuro in volto, annullando la conferenza stampa e l’elezione del nuovo consigliere Blandini non sembra averla presa bene
Doveva essere una giornata normale di decisioni da prendere e scelte da fare, vedi, ad esempio, il diktat arrivato direttamente da Gravina alla fine del Consiglio Federale del 26 gennaio, invece si è rivelata essere una di quelle giornate che potrebbero essere ricorcate per future scissioni e terremoti imprevisti. Ad aprire del danze di una situazione strana e particolare è il presidente della Lega Paolo Dal Pino che va via scuro in volto e senza parlare dall’assemblea che si era conclusa da lì a poco in quel di Milano.
Il presidente di Lega Serie A non ha effettuato la conferenza stampa che era in programma al termine dell’incontro fra i club nella sede ufficiale del calciomercato, la prima in presenza a distanza di mesi. Ufficialmente, dicono dalla Lega stessa, per prendere un volo, ma è altrettanto vero che il consigliere indipendente eletto dalle società – Gaetano Blandini, molto vicino a Lotito (è stato lo stesso patron della Lazio a proporlo mesi fa) non fosse esattamente il candidato ideale di Dal Pino.
Non è su questo argomento però che i toni in Assemblea si sarebbero accesi. A rendere complicata e tesa la situazione e la discussione è sulla richiesta della FIGC di adeguare lo statuto ai nuovi principi fondamentali dell’ordinamento federale, entro il 31 gennaio. E da questo punto di vista le parole di Gravina sono state piuttosto chiare.
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Una scadenza giudicata troppo vicina dalle società, che più volte non hanno trovato l’accordo su temi tecnici e al contempo molto delicati, e ora chiederanno più tempo: il rischio, dietro l’angolo, è quello del commissariamento. Infine, non si è discusso concretamente dell’altro tema caldo, quello degli stadi. La posizione sul punto della A, in ogni caso, è nota: i club puntano al 75 per cento della capienza.