Quirinale: domani giorno decisivo. Ecco il nome che unisce tutti…o quasi

Nessun accordo dopo la quarta votazione, tutto rimandato a venerdì. Svolta imminente: tutto ruota intorno ad un nome

In principio era Silvio Berlusconi, poi il trio Pera-Moratti-Nordio. Nei giorni delle votazioni si sono poi diffuse voci e indiscrezioni (più o meno veritiere) su altri candidati: da Casini a Casellati, da Belloni a Cassese. Tutto questo mentre nell’urna di Montecitorio il nome più votato è sempre quello del Presidente uscente Mattarella. Ma chi sarà alla fine a sostituirlo al Quirinale?

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La corsa al Quirinale giunge al momento decisivo – Ansa –

La partita è ancora aperta. Il pallino resta in mano al centrodestra, che si è però scontrato con le opposizioni (fronte compatto Pd-5Stelle-Renzi) e con battibecchi interni. Salvini sta continuando il suo giro di consultazioni e di proposte, mentre Fratelli d’Italia (che ieri ha votato Crosetto) oggi non ha gradito la scelta di astenersi nella quarta votazione. A chi andrà la preferenza finale? Chi si siederà sulla poltrona del Quirinale? Salvini ha ribadito: “Offriremo proposte di altissimo livello. Voglio risolvere la questione bene, in fretta, col più ampio consenso. I no li lascio ad altri. Conto di portare sui tavoli alcuni profili che spero raccolgano il sì di tutti. Mi si chiedono personalità al di fuori della politica, senza tessere in tasca, apprezzate a livello nazionale e internazionale. Ho fatto un pomeriggio di incontri su persone su cui andare a proporre”.

Draghi in pole, ma occhio alle sorprese

Domani potrebbe essere un giorno decisivo. Il nuovo vertice tra i leader del centrodestra servirà a chiarire ulteriormente la situazione. Sullo sfondo un possibile ritorno in pista di Silvio Berlusconi, protagonista di una lunga telefonata con il Premier Mario Draghi. Ma è proprio qui che le carte in tavola sono pronte ad essere rovesciate. Il colloquio tra i due infatti, non è stato propedeutico al ritorno in gioco dell’ex presidente del Milan, ma per sancire in maniera definitiva la candidatura dello stesso Draghi. Il Primo Ministro (rimasto nell’ombra fino ad oggi) è stato spesso evocato e potrebbe rappresentare la pedina ideale, capace di unire la stragrande maggioranza dei partiti. Il colloquio con Berlusconi viene visto nell’ottica di un dialogo destinato ad evitare l’uscita dal Governo di Forza Italia (minacciata alla vigilia delle votazioni a Montecitorio) in caso di candidatura di Draghi.

L’ex Governatore di Bankitalia potrebbe contare sull’ok delle attuali forze di Governo (nonostante le dichiarazioni di Conte), Lega compresa. A Salvini il compito di cucire con gli alleati. Soprattutto Fratelli d’Italia, che in caso di elezione di Draghi spingerebbe per nuove elezioni. La partita è tutt’altra che chiusa. Draghi balza in pole, ma non sono escluse novità in extremis, com il ricorso alla soluzione estrema: la conferma di un Mattarella bis.

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