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Cronaca

Strage di Licata, “una goccia nel mare” per ricordare la giovane Alessia

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Chiara Feleppa

Alessia Tardino, la studentessa di 15 anni di Licata, è stata ricordata così dai suoi compagni di classe, la seconda B del Liceo Linares

Una goccia circondata dal mare sulla lavagna, un banco vuoto e tanto silenzio. Un dolore lancinante, inspiegabile, così forte da lasciare quasi senza parole. La classe di Alessia Tardino, studentessa 15enne uccisa ieri mattina dallo zio nel corso della strage di Licata, ha voluto ricordare la ragazza così: presentandosi in classe, questa mattina, in segno di rispetto.

Alessia frequentava la seconda B del Liceo Linares di Licata, che ora è sotto shock. “I ragazzi in maniera matura e responsabile sono venuti tutti per onorare la loro compagna e abbiamo subito organizzato una attività di tipo liberatorio”, ha spiegato all’Adnkronos la professoressa Floriana Costanzo. E’ stata proprio la docente a disegnare sulla lavagna una goccia circondata da onde di mare. “Come i confini della singola goccia si dissolvono nel mare, così anche Alessia pur non presente con noi nella sua forma fisica, rimane comunque con noi, trasformandosi in qualcosa di diverso. Ho detto che quel qualcosa di altro lo dobbiamo fare sentire ad Alessia”, racconta la docente.

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I ragazzi hanno scritto con una parola cosa rappresentava Alessia per loro e hanno incollato delle foto. Ma anche le altre classi del liceo hanno fatto lo stesso, condividendo il dolore che arriva un po’ ovunque tra i corridoi di scuola. Alcuni hanno anche scritto brevi poesie riflessioni, mentre l’Istituto si prepara ad una giornata di ricordo da dedicare ad Alessia nei prossimi giorni.

La strage

Alessia Tardino, 15 anni è stata uccisa ieri mattina dallo zio, Angelo Tardino. Hanno perso la vita, con lei, anche il fratellino Vincenzo di 11 anni e i genitori, Diego Tardino e Alessandra Ballacchino. A scatenare le ire dello zio, 48 anni, sarebbero stati problemi economici e d’eredità, riguardante la ripartizione delle aree coltivate. Così l’uomo, al termine della lite, ha estratto l’arma e ha iniziato a sparare contro l’intera famiglia. Poi ha chiamato la moglie per confessarle l’accaduto. In un primo momento intenzionato a costituirsi, ha poi cambiato idea e, a telefono, si è sparato un colpo di pistola in testa. L’uomo è morto poco prima di entrare nel reparto di rianimazione al pronto soccorso del Sant’Elia di Caltanissetta. Sono intanto in corso gli interrogatori della moglie e dell’altro fratello di Angelo Tardino, mentre l’intera comunità di Licata è sotto shock.

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Chiara Feleppa