Covid. Vaia ci riprova: “Dopo due anni di pandemia ora primavera di speranza”

Il direttore dello Spallanzani torna a parlare, si lascia andare ad un augurio e dà una certezza: Omicron 2 c’è, ma non ci spaventa”

Replay Vaia. Due anni fa, con l’inizio dei primi casi, lanciò il messaggio di “non avere paura“, oggi, aprendo la cerimonia allo Spallanzani per ricordare il ricovero dei primi casi Covid diagnosticati in Italia, la coppia cinese di Wuhan che venne in vacanza nella capitale, si lancia in un augurio, ovvero di “una primavera di speranza“. Ma non è la prima volta. Anche l’anno scorso,, verso febbraio, disse una frase simile, anche in virtù del fatto che i  numeri e i contagi cominciavano a diminuire. E pure parlò di speranza e di un virus che si era indebolito. Poi le cose non sono proprio andate in quel modo. Magari stavolta il professore ha numeri e dati più confortevoli rispetto a quelli che aveva un anno fa.

Il direttore Vaia
Il direttore sanitario dello Spallanzani Francesco Vaia (Screenshot notizie.com)

In più c’è anche la variante “Omicron 2 che è gemella di Omicron“, ha sottolineato il professor Vaia che poi ha aggiunto: “L’abbiamo sequenziata da più di un mese ma non ci sembrava il caso di creare allarmismi. Non deve spaventarci perché è uguale a Omicron. Oggi siamo a buonissimo punto. Pensiamo sia arrivato il momento di mitigare le misure, lo strumento vaccino ci permette di dire che la partita è quasi finita. Ma dobbiamo vaccinare in tutto il mondo, a partire dall’Africa, ed aggiornare ai vaccini“.

I primi due malati: “Il pensiero va a chi non ce l’ha fatta”

La coppia
La coppia cinese di Wuhan che nel 2020 vennero a Roma in vacanza ma furono i primi positivi (foto Ansa)

Il Professore Vaia va avanti e non rinuncia: “Dobbiamo arrivare a una dose di richiamo annuale. La variante Omicron assume il carattere di un virus stagionale. E’ inutile pensare a una quarta o quinta dose, ma andiamo verso un richiamo annuale, a partire dai fragili“. Sono stato ricevuto qualche giorno fa dal presidente Mattarella, mi ha detto che lo Spallanzani è stato il baluardo del Paese“, in questi due anni difficili in cui l’Italia ha fatto i conti con l’epidemia di Covid. “La via italiana è stata quella giusta – ha aggiunto il professore anche se qui qualcuno obietta -, abbiamo affrontato bene la pandemia e dobbiamo sentirci orgogliosi“.

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Poi il professore ha letto una lettera che la famosa coppia cinese gli ha inviato: “Il pensiero  va a tutti coloro che non c’è l’hanno fatta, siamo fortunati e grati all’Italia, una casa ospitale che ci ha accolti e curati. Siamo l’inizio di questa storia e speriamo di scrivere tutti insieme la parola fine“. La conclusione scritta dala coppia cinese di Wuhan in una lettera di ringraziamento, che è stata letta in apertura della cerimonia di oggi allo Spallanzani.

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