Aveva 41 anni, il cadavere è stato avvistato sul Cerro Torre in Patagonia. La sorella Lidia ha postato su Facebook il dolore della famiglia: “Eri il nostro Spiderman del ghiaccio, hai lasciato un grande buio”. Il freddo dovrebbe essere la causa del decesso.
Corrado Pesce, alpinista italiano di 41 anni, è morto dopo essere stato travolto da una valanga di sassi. Per questo motivo da venerdì era disperso, purtroppo il suo corpo è stato trovato sul Cerro Torre, in Patagonia. Il freddo dovrebbe essere stato la causa del decesso. Le ricerche erano subito partite attraverso l’uso dei droni, si pensava (e sperava) potesse essere soltanto ferito.
Le immagini invece hanno individuato il suo cadavere. Carolina Codó, medico argentino e responsabile del Centro dei soccorsi alpini di El Chaltèn, ha confermato la tragedia: “Abbiamo ingrandito le immagini del drone volato venerdì mattina nella zona dell’incidente”, ha raccontato all’Ansa. “Aveva passato la notte con un compagno argentino sulla piattaforma, il suo corpo è scivolato per 50 metri. A quell’altezza, senza la protezione adeguata, in massimo due ore si muore per ipotermia“.
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“Non riesco a crederci, hai portato via una parte di tutti noi. Eri il nostro Spiderman sul ghiaccio. Sarà dura mandare giù questo buio che hai creato“, ha scritto invece su Facebook Lidia, sorella di Pesce. L’ambasciata e il consolato generale di Bahía Blanca, guidato da Samuele Fazzi, aveva seguito la vicenda. Al momento dell’incidente l’alpinista era con altri professionisti che sono riusciti a scendere, tra cui l’argentino Tomás Aguiló. Corrado, secondo i loro racconti, avrebbe trovato rifugio in una grotta naturale che si trova sulla parete della montagna che viene definita “box degli Inglesi”. La scoperta del corpo ha concretizzato le peggiori paure.