Papa Francesco ha salutato con gioia la rielezione di Sergio Mattarella alla più alta carica dello Stato. Tra tutte le forze in campo la Chiesa italiana e il Papa, infatti, sembrano coloro che più hanno indirettamente sostenuto la sua figura fin dall’inizio.
Tra le varie parti in campo per la rielezione del Presidente della Repubblica, la Chiesa italiana e il Vaticano stesso sembrano essere coloro che, più di chiunque altro, ha accolto con giubilo il nome di Mattarella. Così dopo la rielezione il Papa ha diramato un comunicato a lui rivolto in cui ha parlato dello “spirito di generosa disponibilità” con cui ha accolto la rielezione in questo tempo di pandemia e di incertezza, ponendo l’accento sul “suo servizio essenziale per consolidare l’unità e trasmettere serenità al Paese”.
Se non altro, come ha scritto Bergoglio, “in questi tempi caratterizzati dalla pandemia in cui si sono diffusi molti disagi e incertezze, specialmente nell’ambito lavorativo, ed è aumentata, insieme alla povertà, anche la paura, che porta a chiudersi in se stessi”. Francesco ha poi assicurato a Mattarella la sua “preghiera, affinché possa continuare a sostenere il caro popolo italiano nel costruire una convivenza sempre più fraterna e incoraggiarlo ad affrontare con speranza l’avvenire”.
“I santi patroni d’Italia la accompagnino e intercedano per lei”, la conclusione del telegramma diramato dalla sala stampa ai giornalisti alle 21.46, dieci minuti di orologio dopo il messaggio di ringraziamento di Mattarella stesso ai parlamentari che lo avevano appena nominato. Alle 12 di oggi il Papa si è affacciato alla finestra dello studio nel Palazzo Apostolico Vaticano per recitare l’Angelus come ogni domenica, al termine del quale ha incoraggiato i giovani dell’Azione Cattolica a ricucire il tessuto lacerato della società, “partendo dai rapporti personali fino alle relazioni tra gli Stati”.
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Molti hanno colto la coincidenza ma anche un segno visibile dell’intesa tra il Colle Quirinale e Piazza San Pietro nel fatto che in questa giornata, in piazza San Pietro, erano presenti i Ragazzi dell’Azione Cattolica della Diocesi di Roma che come ogni anno concludono, con la “Carovana della Pace”, il mese di gennaio da loro tradizionalmente dedicato al tema della pace, e che al termine della preghiera mariana recitata da Francesco hanno letto un lungo messaggio a nome dell’ACR di Roma.
Il caso vuole infati che l’Azione cattolica sia proprio l’associazione nelle cui fila il nuovo presidente della Repubblica ha a lungo militato. “L’Azione Cattolica Italiana saluta con gioia e fiducia l’elezione di Sergio Mattarella a Presidente della Repubblica Italiana”, è quanto ha infatti precedentemente affermato in una nota l’associazione ecclesiale italiana, ricordando che proprio “la nomina di Sergio Mattarella” è loro “particolarmente cara in virtù della sua lunga militanza in Azione Cattolica, dell’affetto e della gratitudine con cui egli ha sempre guardato all’Associazione”.
Nei giorni precedenti era stato proprio il presidente della Cei, il cardinale Bassetti, a individuare, paradossalmente, nell’identikit ideale del nuovo Presidente della Repubblica proprio quella del precedente, Sergio Mattarella. “Lo spirito unitario che anima la stragrande maggioranza degli italiani ha trovato finora un interprete coerente e disinteressato nella persona di Sergio Mattarella, il cui esempio di uomo e di statista si pone ora come un limpido punto di riferimento nelle scelte che devono essere compiute alla luce della Costituzione”, diceva il comunicato della Cei al termine del Consiglio permanente di inizio anno.
“Il Parlamento in seduta comune saprà cogliere il desiderio di unità espresso dal Paese?”, era invece la domanda che ci si poneva, con risposta cristallina: “Non possiamo che auspicarlo nell’interesse generale”. Nella serata di ieri, è così arrivato il giubilo di Bassetti per la scelta del parlamento, che traspare dal messaggio inviato a Mattarella, in cui si parla di “limpida testimonianza”, in relazione al “compito di rappresentare l’unità nazionale” racchiuso nell’immagine costituzionale di “arbitro, garante della Costituzione”.
“Nel salutare rispettosamente e con viva soddisfazione la Sua rielezione a Presidente della Repubblica, in virtù di un voto a larga maggioranza del Parlamento in seduta comune, esprimo a nome della Chiesa che è in Italia l’augurio che il Suo mandato possa dispiegarsi all’insegna di quei valori di libertà e di solidarietà contenuti nella Carta costituzionale di cui Ella è sempre stato garante attivo e rigoroso”, si legge nel testo dei vescovi italiani.
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“Il Suo esempio di uomo e di statista, lo spirito di servizio e di sacrificio manifestato anche nella presente circostanza, costituiscono un punto di riferimento per tutti i cittadini al di là delle appartenenze politiche e degli schieramenti”, è la chiosa della nota diramata dalla Cei. “Sono certo che nell’esercizio del Suo alto incarico non cesserà di contribuire al superamento delle disuguaglianze e delle fratture che feriscono il tessuto della comunità nazionale e che sono acuite dall’emergenza pandemica ancora in corso”.