Nella storia molti tra artisti, teologi e fedeli, si sono domandati come sia stato veramente il volto della Madonna. Uno studioso ha provato a farlo utilizzando le nuove tecnologie. Il risultato è sorprendente.
La teologia cristiana e anche la storiografia infatti ci spiegano che Maria di Nazareth, la madre di Gesù, fu una semplice ragazza. Anche Papa Francesco lo ha più volte ricordato in diverse recenti interviste, sottolineando che era una “ragazza normale”. Un concetto che tanti, però, fanno fatica a credere, spesso suggestionati da una modalità di rappresentazione della Vergine, proveniente dalla storia dell’arte, particolarmente “eterea”, quasi disincarnata, che fanno apparire la Madonna come una divinità.
Immagine che però non corrisponde alla fede e al culto cristiano. Sulla scia di questi ragionamenti, è quindi interessante l’operazione prodotta da un’eclettico studioso brasiliano, Àtila Soares, docente universitario, esperto di opere d’arte, ricercatore e saggista specializzato in numerose discipline, dall’antrapologia ai beni culturali. Soares si è infatti speso in un tentativo particolarmente originale, percorrendo una strada che nessuno prima di lui aveva osato imboccare.
Quella cioè di ricostruire attraverso un sofisticato insieme di tecniche tridimensionali quello che potrebbe essere stato, almeno potenzialmente, il volto di Maria. “I miei interventi tecnici sono stati effettuati, in particolare, sul naso, sulla bocca e sul contorno mandibolare. Ovviamente, ho lavorato con criterio per non sovrastare quanto l’Intelligenza Artificiale aveva presentato, e seguendo un modello antropologico”, ha spiegato il ricercato in un’intervista rilasciata al sito La Luce di Maria.
Soares ha spiegato di avere da sempre interesse per il Cristianesimo primitivo, ma di essersi reso conto solo un anno fa “che si poteva disporre della tecnologia per arrivare a una buona approssimazione di quella che sarebbe stata la fisionomia di Maria attraverso un semplice sillogismo (in base alla Sindone di Torino) e, quindi, ho pensato che il momento fosse adesso”.
In sostanza, il ragionamento compiuto dallo studioso è questo: se si è riusciti ad ottenere il volto di Gesù partendo da quello impresso sulla Sacra Sindone, dato per assunto che si tratta di quello appartenente a Gesù risorto, allora è possibile ricavare anche quello di sua Madre. Come? Prendendo a riferimento il fenomeno dell’Immacolata Concezione, e chiamando in causa l’Intelligenza Artificiale.
“È stato così che ho deciso di iniziare i miei esperimenti, partendo dal miglior riferimento che abbiamo sulla ricostituzione del volto della Sindone di Torino, opera del designer americano, Ray Downing, che, nel 2010, è stato coinvolto in un progetto con la più avanzata tecnologia forense per rivelare il vero volto dell’uomo nella Sindone”, ha raccontato Soares, che tra le varie cose ha spiegato di quali tecniche si tratta.
“Ho utilizzato quattro software, tra cui uno con un’ingegneria simile a quella del Photoshop, poi un programma di edizione di immagini, uno di intelligenza artificiale e reti neurali convoluzionali (per il cambiamento di genere) e un altro per la definizione della forma del viso. Le basi teoriche su cui si poggiano i miei studi derivano soprattutto dai mie studi sul Catechismo e dai dibattiti nei concili della Chiesa, nonché dal pensiero greco sull’estetica e dalla filosofia medievale sulla Bellezza”.
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Le restanti considerazioni su cui si è basato lo studioso per il suo lavoro hanno a che fare con un approccio estremamente accurato nei confronti della teologia e della storiografia biblica, nonché delle proclamazioni magisteriali e dottrinarie dei Pontefici. Il risultato è sorprendente. Le immagini mostrano il volto di una giovane trentenne, in diverse modalità espressive (seriosa, per quanto riguarda la prima immagine ricavata dal ricercatore, e più giovane e sorridente dopo una lavorazione dello stesso Soares), apparentemente dai tratti comuni dell’area mediorientale. Pensare che quello possa essere il volto che aveva la Madonna oltre duemila anni fa è quindi argomento, se non altro per i fedeli, di fortissimo impatto emotivo.
Per quanto riguarda invece l’accuratezza dello studio, non è possibile stabilirla con certezza. Su questo Soares tuttavia si sbilancia e lo fa in maniera molto chiara: se si prende per certa la teologia cristiana sulla figura di Maria, la veridicità della Sindone e la capacità degli strumenti scientifici utilizzati, allora l’accuratezza della ricerca, per le conoscenza che abbiamo a disposizione, comprese quelle di natura biologica, dovrebbe essere molto alta.
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Di fatto, ad oggi le conclusioni dell’esperimento hanno avuto l’approvazione di Barrie Schwortz, fotografo ufficiale dello storico Progetto STURP considerato uno dei maggiori sindologi al mondo, ed sono state citato da una delle più grandi fonti di informazioni sulla Sacra Sindone mai esistita, fondata dallo stesso Schwortz e raccolte nel sito web shroud.com. La ricerca risulta poi essere presente, ad oggi, anche negli archivi del Dipartimento degli Studi del Santuario di Fatima, in Portogallo.
Per quanto riguarda invece i risvolti morali e futuri di questo studio, il ricercatore ammette di non sapere a cosa potrebbe portare, e nemmeno di immaginarlo. Le due immagini, ha commentato, stanno diventando abbastanza popolari in Europa Orientale, “in particolare in Polonia”. Per il resto, “il futuro è molto imprevedibile. Un anno fa, io stesso non mi sarei mai immaginato coinvolto e responsabile di un progetto simile…”