ESCLUSIVA – Cucchi su Tito Stagno: “Vi svelo la sua passione segreta”

Il noto cronista, voce e volto storico dei programmi Rai, ricorda la figura di Tito Stagno, giornalista scomparso oggi: “Un esempio”

Quella notte Tito Stagno unì tutta l’Italia davanti alla televisione. Tutti noi con un occhio guardavamo la tv, che irradiava la sua voce, con l’altro cercavamo di guardare la luna che quella sera aveva un aspetto più sorprendente del solito”. Riccardo Cucchi ricorda così Tito Stagno, il giornalista Rai che ha legato il suo nome al racconto del primo, storico allunaggio. “Tito Stagno è stato un grandissimo giornalista. Colui che ha rappresentato meglio di tanti altri lo stile Rai, fatto di autorevolezza, serietà e rispetto nei confronti del pubblico. Ciò che ha fatto quella notte resterà nella storia. Chi l’ha vissuta non potrà dimenticare mai lui, Ruggiero Orlando e quel racconto che ha fatto la storia”.

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Riccardo Cucchi ricorda Tito Stagno

Il 20 luglio 1969 Tito Stagno fu il cronista scelto per raccontare un evento incredibile. Riccardo Cucchi, che nella sua carriera ha svolto migliaia di radiocronache, si è mai chiesto come avrebbe raccontato l’evento? “Tutti sanno della diretta televisiva che fu gestita da Tito Stagno. Pochi, forse nessuno, sa che in radio il racconto venne affidato ad Enrico Ameri. Il top dei radiocronisti. Ameri fece un racconto diverso, sicuramente più adatto a chi era all’ascolto della radio. Ecco, se proprio avessi potuto scegliere, avrei preferito fare quello che ha fatto Enrico Ameri, che ha usato un numero maggiore di parole. Ma la scelta di Stagno non fu casuale. Così come in radio fu scelto il numero uno per quell’evento, in tv venne presa una decisione simile: affidarsi al top”. 

“La passione di Tito Stagno”

Tito Stagno
Tito Stagno e la storica cronaca dell’atterraggio sulla luna – Ansa Foto –

In esclusiva ai microfoni di Notizie.com, Riccardo Cucchi ricorda un Tito Stagno inedito. “Forse non tutti conoscono la sua grande passione. Era un giocatore di basket, e di grande qualità. Nonostante non fosse di grande altezza, era in grado di giocare benissimo nel ruolo di play. Un regista che faceva girare la squadra. Lo ricordo in diverse partite organizzate da una formazione di giornalisti e tecnici Rai, che si cimentava contro avversari sempre diversi, e lui sapeva mettersi in grande evidenza. Era davvero bravo“.

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