Gb, Johnson si scusa ma non si dimette: parole durissime dall’opposizione

Johnson si scusa dopo la pubblicazione del rapporto “Partygate”. Dall’opposizione arrivano però critiche severissime e parole molto dure.

Boris Johnson è nell’occhio del ciclone. E gli effetti sono sempre più tangibili e destinati a spaccare il quadro politico in Gran Bretagna. Nell’intervento alla Camera dei Comuni, iniziato con un “Chiedo scusa”, il primo ministro ha provato a riaffermare l’importanza delle azioni messe in piedi dal suo governo. Il suo discorso però è stato ripetutamente interrotto.

Boris Johnson lancia l'allarme
Boris Johnson, attacchi pesantissimi dall’opposizione (Getty Images)

Mugugni e gesti di disapprovazione hanno fatto da contraltare al suo tentativo di ribadire la linea chiara. Niente dimissioni, nonostante il rapporto della funzionaria Sue Gray. Nella indagine condotta, ora in mano a Scotland Yard, emergono dati che hanno ridotto ai minimi termini la popolarità del primo ministro. Johnson però rilancia.

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“Cambieremo molto per ottemperare alle raccomandazioni contenute nel rapporto Gray – ha affermato – ma ho fiducia nella polizia e spero sia loro consentito di proseguire nei passaggi che stanno effettuando”. Il rapporto però è pesante. Si parla di 16 feste durante il lockdown, 12 delle quali sotto la lente d’ingrandimento di Scotland Yard. E nel contenuto si legge che “esistono gravi inosservanze di standard elevati e mancanza di leadership”. Passaggi anche sul consumo di alcolici durante le “riunioni di lavoro”, che per l’opinione pubblica erano veri e propri party. E la risposta che arriva dall’opposizione è durissima, anche a causa dell’ultimo passaggio contenuto nel rapporto. “Ci sono lezioni importanti da trarre in questi eventi e devono essere affrontate immediatamente all’interno del governo. Non c’è bisogno di Scotland Yard”. 

Johnson: l’opposizione non fa sconti

Boris Johnson ©Getty Images
Boris Johnson ©Getty Images

Boris Johnson non si è dimesso. Il dato emerge nonostante un rapporto che non lascia dubbi. Il primo ministro ha ringraziato ugualmente la funzionaria che ha osservato una lunga serie di comportamenti ritenuti inadeguati, e poi affrontato alcune misure ideate più per porre un freno alle critiche che per rimediare ad un pasticcio ormai chiaro.

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Dall’opposizione arrivano però interventi severissimi. Keir Straer, leader laburista, ha calcato la mano con un commento che inchioda Johnson alle sue responsabilità e fa rumore. Intervenuto sulle mancate dimissioni, l’appello è stato roboante. “Non lo fa e non lo farà. Boris Johnson è un uomo senza vergogna”. Il clima è quindi rovente e il primo ministro prende tempo. Ha dichiarato di attendere le conclusioni delle autorità che indagano, ma la strada è sempre più in salita e l’opinione pubblica fa pressioni per chiudere anzitempo la sua esperienza governativa.

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