L’ex presidente del Palermo si è spento all’età di 81 anni. La sua scomparsa è accompagnata da una clamorosa coincidenza, legata al calcio
Cercando di trovare un aspetto romantico ad un dramma, non si può non constatare che Maurizio Zamparini abbia scelto il giorno dopo la chiusura del calciomercato per salutare tutti. Lui che delle trattative è stato per anni un grandissimo protagonista, ha aspettato che i riflettori del mercato si spegnessero per uscire di scena. Un uomo capace di trovare talenti preziosi e farli sbocciare, lanciandoli nel calcio italiano. Il presidente che ha portato in Italia gente come Cavani e Dybala. Che ha lanciato Toni, Amauri, Corini, Balzaretti e tanti altri calciatori che hanno fatto fortuna nelle big del calcio italiano.
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Maurizio Zamparini ha scritto pagine importanti nella storia del calcio nostrano. Ha legato il suo nome a quello del Palermo, società che ha portato a giocare una finale di Coppa Italia e in Europa. Ha importato il suo modo di gestire i club, barcamenandosi tra mille allenatori esonerati/richiamati e lanciando idee innovative. Una gestione manageriale/famigliare del club che riporta alla luce un calcio di altri tempi, del quale oggi si sono perse probabilmente le tracce. In un mondo in cui le squadre sono prevalentemente in mano a fondi, presidenti stranieri e management che nulla hanno a che fare con le tradizioni delle società, si sente la mancanza di presidenti dalla figura forte, in grado di gestire in prima persona i club, regalando la propria impronta.
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Quella gestione calcistica che negli anni novanta ha fatto diventare grandi, personaggi come Zamparini, Cellino, Preziosi, Gaucci. Gente in grado di mantenere a buoni livelli società di provincia, permettendo a squadre, storicamente indietro rispetto alle grandi, di giocarsi obiettivi importanti con le big. Ed è proprio con l’ex patron del Perugia (con il quale negli anni si è conteso decine e decine di calciatori), che Maurizio Zamparini è legato da un filo sottile e incredibile. Entrambi sono scomparsi il primo febbraio. Gaucci è morto due anni prima di Zamparini, ma nello stesso giorno. Quasi una linea sottile che ha accompagnato le loro vite calcistiche e terrene. Due uomini di calcio che ora, ci piace immaginarli così, continueranno a guardare partite, discutere e scambiarsi opinioni su calciatori e allenatori, nel Paradiso degli eroi del pallone.