Secondo il virologo questo è il momento migliore per una liberalizzazione, ma per attuarla il Governo dovrebbe prendere delle precauzioni (onerose) nei confronti di chi è più a rischio: “Bisogna proteggere le persone più fragili”
Non le manda a dire, come al solito, il professor Andrea Crisanti, che in esclusiva a Notizie.com sottolinea come la differenziazione tra vaccinati e non vaccinati ad oggi abbia una rilevanza sempre minore sotto molti punti di vista, in particolare quello dei decessi: “Quello che succede è che l’Istituto Superiore della Sanità e lo stesso ministro parlano di vaccinati e non vaccinati nelle terapie intensive. Ma i posti nelle terapie intensive non sono più di 20-30 al giorno. Quindi la maggior dei morti nelle terapie intensive non ci va. Sono tutte persone sopra gli 80 anni, come si vede dal rapporto dell’ISS, che sono vaccinate. Questo non vuol dire che i vaccini non funzionano, ma che c’è una grossa platea di persone fragili che, se esposte alla trasmissione, anche se vaccinate possono morire“.
Il virologo ha poi aggiunto: “La platea di persone fragili non è esigua e in caso di trasmissione queste possono morire. Poi chiaramente c’è la retorica dei non-vaccinati, ma loro fanno solo parte del problema, non sono il problema”.
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“Ora è il momento giusto per riaprire”
Per questo motivo a suo avviso il governo dovrebbe intraprendere delle azioni pro-attive per proteggere queste persone: “Un lockdown mirato per i più anziani o a rischio non risolverebbe niente. Se vuoi convivere con il virus devi fare in modo che queste persone possano essere protette. Significa che i parenti devono avere la possibilità di fare tamponi molecolari per andarli a trovare, che la stessa cosa possa farla l’eventuale badante, che siano messi in condizione di lavorare da casa e che vengano date loro le mascherine FFP2 gratis. Chiaramente però sono delle disposizioni che costano“.
In ogni caso l’indicazione di Crisanti è quella di avviarsi verso una liberalizzazione: “Penso che si debba aprire perché siamo nel momento di massima protezione, la maggior parte della popolazione si è vaccinata recentemente o si è infettata recentemente. Ma il problema non è aprire o meno. Dobbiamo passare una fase di risposta passiva a una attiva. Abbiamo iniziato con il con lockdown, poi siamo transitati da una fase di risposta mista con le vaccinazioni, quindi ora dobbiamo arrivare a quella proattiva, passando alla protezione delle persone fragili, quelle che nella maggior parte dei casi sono identificate con la 104. Questo significa consentire loro di lavorare da casa e di avere accesso a tutti quegli strumenti per evitare che si contagino. Ad esempio se hanno una badante, lei dovrebbe poter fare tamponi gratis ogni 2-3 giorni“