Non si placano le polemiche contro Achille Lauro per la sua esibizione giudicata “blasfema” sul palco dell’Ariston. L’ultimo attacco arriva dall’ex conduttore Rai Fabrizio Gatta, da poco diventato Don Fabrizio.
Don Fabrizio Gatta è infatti un noto volto della televisione pubblica che ha lasciato tutto per seguire la sua vocazione, quella di sacerdote della Chiesa cattolica. Ora è vice parroco a Sanremo, e per lui era difficile non intervenire su quanto accaduto sulla prima serata del Festival, e sulla scelta di Achille Lauro di mettere in scena una sorta di provocatorio “auto-battesimo” sul palco dell’Ariston.
Le reazioni del mondo cattolico alla scena di Achille Lauro a Sanremo
La scena ha infatti portato molti cattolici a sentirsi gravemente offesi da quel gesto, peraltro eseguito in un contesto, quello della sua canzone, altrettanto provocatorio verso la fede cristiana. Che a suo modo Lauro De Marinis (questo il suo nome all’anagrafe) afferma di volere indagare, specialmente in relazione alla fede della madre, fervente cattolica. Il vescovo di Sanremo, Mons. Antonio Suetta, l’ha definita a caldo una “penosa esibizione, un raglio d’asino che non sale al cielo”.
“Il servizio pubblico non dovrebbe permettere questo”, ha tuonato il prelato, a cui hanno fatto seguito diverse prese di posizione, più o meno dure. L’Osservatore Romano, con un corsivo ironico che in poco tempo ha fatto il giro dei social, ha commentato la vicenda senza scomporsi ma limitandosi a constatare che “volendo essere a tutti i costi trasgressivo, il cantante si è rifatto all’immaginario cattolico”.
“Niente di nuovo”, in quanto “non c’è stato nella storia un messaggio più trasgressivo di quello del Vangelo”, recita il corsivo. “Da questo punto di vista difficilmente dimenticheremo la recita del Padre Nostro, in ginocchio, di un grande artista rock come David Bowie”, chiosa l’articolo non firmato ma presumibilmente redatto dal direttore Andrea Monda. Che conclude: “Non ci sono più i trasgressori di una volta”.
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Su Twitter, il presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, il cardinale Gianfranco Ravasi, cita le parole di San Gregorio Nazianzeno, che cominciano con l’assunto che “il Battesimo è il più bello e magnifico dei doni di Dio”. Gatta invece, intervistato da Fanpage, non le manda a dire nemmeno al suo amico di lunga data Amadeus, nelle scorse settimane fotografato a una Messa celebrata proprio dallo stesso Don Fabrizio.
L’affondo dell’ex conduttore Rai, ora Don Fabrizio Gatta
“Da amico tiro le orecchie anche ad Amadeus”, ha detto l’ex volto noto Rai. “Quando si ha la responsabilità della direzione artistica di un programma del genere, non si possono avallare ancora una volta le buffonate di Lauro. Capisco che non si possa censurare, anche perché io per primo sono contro ogni tipo di censura, ma da direttore artistico puoi consigliare, dirgli: Achille, evitiamo cadute di stile quest’anno”.
“Vedendo la buffonata che è stata messa in scena ieri, sono rimasto profondamente deluso e anche un po’ sconsolato con Amadeus”, ha continuato Gatta, chiudendo con una battuta verso l’ex collega e amico, che peraltro aveva difeso in conferenza stampa la sua scelta dicendo che, da cattolico, a lui non ha dato fastidio quel gesto. “Gli direi: La prossima volta vigila o ti mando le Guardie svizzere”.
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Mentre invece il giudizio dell’ex conduttore Rai su Lauro e sulla sua performance, giudicata una “messinscena di cattivo gusto”, è impietoso. “È rimasto a tre anni fa, anche nelle provocazioni è vecchio. Non dice niente di nuovo, il suo è conformismo. A me dispiace, è un coniglio che fa il leone con i simboli del cattolicesimo. Porta delle provocazioni fini a se stesse, che non fanno riflettere, non hanno alcun obiettivo, se non quello di far parlare di lui”.