Il cantante, arrivato terzo al Festival del 1992 con il brano “La forza della vita”, ha commentato l’edizione in corso a notizie.com: “I dati di ascolto parlano per Amadeus, per la prima volta sono d’accordo con la stampa. È una sensazione strana…”.
“La forza della vita” è stata anche la forza di Paolo Vallesi. Brano straordinario, arrivò terzo a Sanremo nel 1992 dietro a due big come Luca Barbarossa (“Portami a ballare”) e Mia Marini (“Gli uomini non cambiano”).
Un’edizione luccicante, quella. Basta leggere i nomi sul podio, appunto, senza considerare gli altri artisti nella top ten finale come Pierangelo Bertoli (quarto), Massimo Ranieri (quinto) e i Matia Bazar (sesti) fino al decimo posto di Riccardo Fogli. Vallesi, che l’anno prima aveva partecipato nella sezione giovani, ottenne un grandissimo successo: arrivò fino alla prima posizione dei singoli più venduti in Italia. In gara a Sanremo ci è tornato nel 1996 (con “Non andare via”), poi come ospite nel 2017 e nel 2021.
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Il cantante, con il Festival attuale in corso, ha parlato in esclusiva a notizie.com per commentare le prime tre serate andate in scena all’Ariston: “Una sensazione strana, per la prima volta sono d’accordo con la sala stampa su quelle che sono state finora le votazioni. Il podio con cui si è chiuso Sanremo ieri sarebbe anche il mio. Sono i miei tre cantanti preferiti: Mahmood e Blanco in testa, poi Elisa e Gianni Morandi. Spero che anche alla fine siano loro in testa alla classifica”. Gli ascolti di Sanremo 2022 continuano a volare, 54,1% di share (10 punti in più dell’anno scorso) dalle 21.30 all’1.46. Per Vallesi è la dimostrazione del buon prodotto proposto da Amadeus: “In questi giorni sono a Sanremo per ritirare un premio, non ho avuto modo di vedere per intero ogni serata. Mi sono affidato a Raiplay, ma quando ci sono dei dati del genere cosa si può dire? Complimenti a lui”.
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Vallesi apre il cassetto dei ricordi: “Le emozioni più grandi non sono state nel 1992 con il terzo posto, ma nel 1991 quando venni catapultato da esordiente su quel palco. Ero nella sezione giovani, è stato come salire su un’astronave. Avevo un terrore paralizzante, però iniziai l’attività musicale che ancora oggi porto avanti a 30 anni di distanza. E poi mi viene in mente l’edizione nel 2017, andai come ospite cantando ‘Pace’ con Amara. Avevo un’altra consapevolezza, per la prima volta mi sono goduto il palco senza patemi”. Una battuta sulla sua Fiorentina? Neanche per sogno: “Dopo la cessione di Vlahovic alla Juventus non parlo più dei viola per almeno un anno…”. Meglio Sanremo, ecco.