Il senatore di Fratelli D’Italia Claudio Barbaro è duro nei confronti del Capo dello Stato: “Non c’è una reale volontà di fare una rivoluzione culturale”
Il Presidente della Repubblica si è da poco insediato nuovamente per un altro “settennato” e nel suo discorso nel giuramento ha citato tante cose, ma si è dimenticato delle fondamenta dello sport e del Terzo settore. La denuncia è del presidente di Asi e senatore di Fratelli d’Italia Claudio Barbaro che all’ennesima dimenticanza non ci sta e lo dice apertamente senza problemi e senza filtri.
“È stato questo un anno – premette la nota del senatore Barbaro – in cui lo Sport ha conquistato importanti risultati internazionali a livello di vertice, da Jacobs e le vittorie olimpiche all’Europeo di Calcio, da Sofia Goggia e i trionfi del Circo Bianco all’epica vittoria di Sonny Colbrelli alla Parigi-Roubaix, la regina delle classiche. E anche il primo italiano in finale a Wimbledon”. La nota del senatore di Fratelli d’Italia è chiarissima. Lui più di altri non fa che manifestare da tempo il suo dissenso nei confronti di una situazione sempre più complicata per lo sport di base, ovvero di tante persone che per passione fanno attività tra mille difficoltà.
“È stato un anno in cui lo sport ha parimenti vissuto momenti difficilissimi per quanto riguarda la sua base – ha aggiunto il Presidente di Asi -, a causa di una pandemia che ha piegato strutture e operatori e allontanato tanti italiani dalla pratica sportiva. Ebbene, in una stagione, di luci e ombre che, sicuramente passerà alla storia, il nostro Presidente (Mattarella ndr) non ha pensato di spendere una parola per lo Sport e così anche per il Terzo Settore“. Ad affermarlo con altrettanto chiarezza e forza è in una nota il senatore di Fratelli d’Italia e presidente di ASI, Claudio Barbaro.
“Non ci stupiscono queste grandi assenze alla luce delle politiche governative di questi ultimi anni, della mancanza di una reale volontà di mettere lo sport al centro di una rivoluzione culturale – prosegue il presidente di Asi -. Ne sono recenti esempi la rinuncia a finanziare l’attività motoria nelle scuole, i ritardi nell’approvazione dei progetti di riforma e quelle scelte governative frammentate e inadeguate che non stanno sostenendo pienamente un comparto in grave difficoltà“