Ecco chi può richiedere la rateizzazione del proprio debito con il Fisco e le modalità per ottenerlo. La guida da seguire
Se ne parla da mesi. Anzi, sarebbe più giusto dire che l’argomento è molto caldo da un paio d’anni. Lo sviluppo della pandemia, con le devastanti conseguenze economiche che si sono diffuse, hanno portato enormi difficoltà nelle famiglie italiane. Tanti hanno perso il lavoro. Altri hanno visto ridurre il proprio compenso mensile. Tra partite iva costrette a sforzi disumani e lavoratori dipendenti bloccati da casse integrazioni e riduzioni, ogni famiglia ha dovuto fare i conti con problemi economici di ogni tipo.
E naturalmente sono aumentati anche i debiti con lo Stato. L’invio delle tanto temute cartelle esattoriali, rimaste in naftalina per circa un anno, ma ora inviate a tutti gli italiani, mettono migliaia di famiglie di fronte all’urgenza di ripianare i propri debiti personali con il Fisco. Ma come fare se non si è in grado di pagare? E’ possibile chiedere la rateizzazione di una o più cartelle esattoriali. Quando si riceve la notifica di una cartella da parte dell’Agenzia delle Entrate – Riscossione le possibilità sono due.
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La prima è naturalmente effettuare il pagamento della somma richiesta nel termine di 60 giorni dalla notifica della cartella (nel caso in cui si ritiene che le somme non siano dovute si può fare ricorso). La seconda è chiedere la rateizzazione. A seguito della presentazione dell’istanza di rateizzazione, l’Agenzia delle Entrate – Riscossione non attiva nessuna procedura esecutiva né iscrive ipoteche o fermi amministrativi sui beni del debitore. Inoltre, il pagamento della prima rata produce l’estinzione di eventuali pignoramenti in corso, tranne che essi siano arrivati alla fase finale (quella in cui viene chiesta la vendita o l’assegnazione dei beni o delle somme pignorate). Le modalità da seguire per la richiesta sono diverse a seconda che il debito oltrepassi o meno la soglia dei 100.000 euro.
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Per i debiti fino a 100.000 euro, la richiesta di rateizzazione della cartella può essere presentata online attraverso il sito dell’Agenzia delle Entrate – Riscossione e poi, accedendo alla propria area riservata, scegliere l’opzione “Rateizza adesso”. In alternativa, è possibile scaricare dallo stesso sito il modello R1, un modulo contenente l’istanza di rateizzazione che deve essere compilato e poi inviato a uno degli indirizzi pec indicati su di esso. Al modulo va allegata una copia del documento d’identità del richiedente. Se non si dispone di un servizio di posta elettronica certificata, il modulo può anche essere presentato presso gli sportelli dell’Agenzia delle Entrate – Riscossione. Nel presentare l’istanza di rateizzazione, il debitore deve soltanto dichiarare di non essere in condizioni di pagare subito la somma dovuta; non è necessario che ne dia dimostrazione. Egli può chiedere di pagare fino a 72 rate mensili (pari a 6 anni). In caso di debiti superiori a 100.000 euro, sarà necessario scaricare dal sito dell’Agenzia delle entrate il modello R2, compilarlo e inviarlo a uno degli indirizzi pec che vi sono riportati insieme alla copia di un documento d’identità. Alla richiesta deve essere allegato l’Isee (Indicatore della situazione economica equivalente) del nucleo familiare del richiedente, per dimostrare che quest’ultimo non è in grado di far fronte per intero ai pagamenti richiesti.
Cosa fare se la rata è troppo alta?
Se l’importo della rata risulta troppo elevato per le proprie possibilità, è consentito chiedere un piano di pagamento straordinario, dividendo la somma dovuta in un numero maggiore di rate, fino a 120 (equivalenti a 10 anni). La rata da pagare mensilmente non può comunque essere inferiore a 50 euro. Si può accedere al piano di pagamento straordinario per debiti di qualsiasi importo. A tale scopo bisogna scaricare dal sito dell’Agenzia delle Entrate – Riscossione il modello R4 e compilarlo. Anche in questo caso alla richiesta va allegato l’Isee, oltre, come sempre, alla copia di un documento di identità. Il modulo compilato e la documentazione allegata devono essere trasmessi all’indirizzo pec indicato su di esso, oppure consegnati ad uno sportello dell’Agenzia delle Entrate – Riscossione.