Il Papa inedito nel salotto di Fazio tra “realismo” e “mondanità spirituale”

Il Papa è apparso in forma inedita sugli schermi dell’emittente pubblica italiana, ospite della trasmissione condotta da Fabio Fazio. 

L'incontro
Un momento dell’intervista che il Papa ha concesso a Fabio Fazio a “Che tempo che Fa” (foto Ansa)

Tanti i temi affrontati, nel nome di un “realismo puro”, e nel mentre si è scagliato contro la “mondanità” nella Chiesa. Francesco si è focalizzato per la prima parte dell’intervista sulle tematiche sociali del suo Pontificato, mentre alla fine ha toccato argomenti come la Chiesa nel futuro e il significato della preghiera. “Pregare significa incontrare il papà. Dai miei bisogni si passa a guardare al papà come fanno i bambini”. Perché non è andato ad abitare nell’abitazione dei precedenti Papi? “Loro erano santi, io non lo sono. Le amicizie a me danno forza, ho bisogno degli amici. Sono pochi, ma veri”.

Il Papa è apparso in prima serata sugli schermi della Rai nel programma Che Tempo che fa e ha deciso di affrontare di petto molti degli argomenti sociali portati avanti nel suo Pontificato. Tanti i richiami di Francesco alle ingiustizie del mondo. “Noi vediamo queste cose, le vediamo. Migranti morti, ingiustizie, ma la tentazione è sempre di guardare da un’altra parte. Non guardiamo. Vediamo sui media, ci lamentiamo un po’ e poi, come se niente fosse accaduto, guardiamo dall’altra parte. Non basta vedere, è necessario sentire, toccare”.

La psicologia dell’indifferenza per il Papa

Francesco ha cioè parlato della globalizzazione dell’indifferenza che spesso ha denunciato dall’inizio del suo Pontificato, indicandone la cura. “Altrimenti entra quella psicologia dell’indifferenza, del non tocco e vado avanti. Quando Gesù ci narra la Parabola del Buon Samaritano, lo scriba e il sacerdote passano, vedono e continuano. Solo il Samaritano lo vede, si ferma e se ne prende carico. Bisogna toccare le miserie”. Dall’esempio del Vangelo Francesco è passato a casi quotidiani, di oggi, molto concreti. “Penso a medici, infermieri durante la pandemia”, ha commentato Francesco.

Il tatto è il senso più completo e pieno, che mette la realtà nel cuore”, ha incalzato il Papa. Bergoglio è apparso fin da subito sugli schermi Rai come un uomo che si “connette a tutti”, come lo ha introdotto Fazio. Ma che vede le tante indifferenze che si fanno strada tra gli uomini, nonostante queste connessioni. Ha parlato di Yemen, di migranti, di Amazzonia, del rapporto degli aborigeni con la madre terra. Che loro chiamano “buon vivere in armonia con la madre terra”.

Poi c’è il tema economico, delle tante famiglie che sopportano “cose brutte”, delle difficoltà “economiche, famiglie che hanno un salario che non arriva a fine mese”. In modo particolare a causa della pandemia, come ha ripetuto nelle ultime settimane. Il Papa sopporta tutto questo dolore, ha chiesto Fazio? “Credo che non sarei onesto se dicessi che sopporto tanto”, ha risposto il Papa. “Io sopporto come tutta la gente sopporta. Non sono solo, c’è tutta la gente che mi aiuta, vescovi, dipendenti, io non sono un campione di peso che sopporta le cose. Sopporto come la maggioranza della gente”.

Migranti, Yemen, guerre, aggressività e disagio sociale

Sui migranti morti per congelamento tra Grecia e Turchia, Francesco ha mostrato tutto il suo dolore. Come anche sullo Yemen, dove “da sette anni non si riesce a trovare una soluzione”. “Le guerre producono guerre. La prima categoria produttiva è la guerra. Non voglio fare il tragico ma è la verità. Che cosa è più importante oggi? La guerra, ideologica, di potere, commerciale…”.

Il Papa ha invitato a pregare per la crisi tra Ucraina e Russia, negli ultimi giorni, come ha ricordato Fazio. “La guerra è un controsenso. Fare la guerra è distruggere, è una meccanica di distruzione”, ha commentato il Papa. “Con i migranti, quello che si fa è criminale. Per arrivare al mare soffrono tanto. Ci sono dei filmati sui lager – uso parole pesanti – nella Libia. Filmati che sono nella sezione migranti del Dicastero dello Sviluppo umano”.

Il Papa ha spiegato che è importante che i Paesi si accordino sul numero di migranti che i Paesi possono accogliere, ma che ci si debba accordare a livello continentale. “Dobbiamo pensare insieme a una politica migratoria. Ma il fatto che il Mediterraneo sia il più grande cimitero d’Europa debba farci pensare. Questo è realismo puro”.

Il Papa e la sofferenza dei bambini, che “non sa spiegare”

Che tempi stiamo vivendo, chiede ancora il conduttore. “Il problema dell’aggressività sociale lo hanno studiato tanti psicologi e sociologi. Sottolineo come in questi ultimi tempi è cresciuto il numero dei suicidi giovanili”, ha ricordato con apprensione e dolore il Papa. “Questa aggressività nostra va educata, non è necessariamente negativa, c’è anche un’aggressività positiva. Ma c’è questa aggressività distruttiva, che comincia da una cosa molto piccola: con la lingua, con il chiacchiericcio, nelle famiglie“.

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La conversazione è poi proseguita sul tema del perdono. “Ogni uomo ha il diritto di essere perdonato”, ha affermato Francesco. “Pagherà il suo debito con la società, ma poi ha il diritto di essere perdonato. Guardiamo al Figliol Prodigo. Ognuno ha il diritto umano di essere perdonato”. 

L'incontro
Un altro momento dell’intervista che il Papa ha concesso a Fabio Fazio a “Che tempo che Fa” (foto Ansa)

Bergoglio ha infine concluso spiegando che Dio è forte sì, ma nell’amore. “Dio ci dà la libertà, lascia che tutto vada avanti. Una domanda a cui non sono mai riuscito a rispondere, e che mi scandalizza un po’, è perché soffrono i bambini. Non c’è risposta”. Mentre “il Signore rispetta. Accompagna sì ma rispetta. Nel rapporto di suo padre con suo figlio vediamo cosa c’è nel cuore del Padre. Dio è forte e onnipotente, ma nell’amore”. Ma al contrario, per Francesco, “dialogare con il male non va”. “In Fratelli Tutti ho guardato alle tante ombre che ci sono nel mondo. Credo che dovremmo capire perché c’è tanta impotenza politica, oggi”.

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Un’ultima battuta è stata riservata alla Chiesa del futuro. Come sarà? “Io l’ho immaginata come Paolo VI nella Evangelii Nuntiandi. Ho cercato di indicare la strada della Chiesa verso il futuro. Una Chiesa in pellegrinaggio. Oggi il male della Chiesa più grande è la mondanità spirituale. Un teologo diceva che è il peggio dei mali della Chiesa, peggio ancora dei Papi libertini. E questa mondanità spirituale dentro la Chiesa fa crescere una cosa brutta, che è il clericalismo, una perversione della Chiesa, che genera la rigidità”.

Affermazione che Francesco ha compiuto in molte occasioni, ma che nel salotto laico di Fazio assumono una coloritura nuova, inedita. “Sotto ogni tipo di rigidità c’è putredine, sempre. Tutto questo porta a posizioni ideologicamente rigide, che prendono il posto del Vangelo. Nella Chiesa ci sono state due ideologie antiche, il pelagianesimo e lo gnosticismo, il voler fare tutto da soli e una mistica senza Dio, una spiritualità vuota che ti fa credere a non so cosa. Senza la carne di Cristo non c’è redenzione possibile. Dobbiamo tornare al centro, senza questo Verbo incarnato non c’è il futuro della Chiesa”. 

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