Un giudice deve decidere il caso di un minore seguito al Sant’Orsola di Bologna. Il piccolo deve subire un’operazione al cuore. L’ospedale: “Situazione critica, non è rinviabile”
Una situazione al limite. Di quelle che fanno il giro dell’Italia e sconvolgono per la drammaticità e la realtà della situazione. A raccontare la storia incredibile di un bambino, il quotidiano “La Gazzetta di Modena” che scrive di un giudice tutelare di Bologna che deve decidere su un caso piuttosto curioso e assai spinoso. Un bambino di tre anni deve subire un delicato intervento chirurgico al cuore all’ospedale Sant’Orsola, ma la famiglia, del Modenese, è No vax e rifiuta trasfusioni di sangue da donatori vaccinati contro il Covid-19.
La decisione del giudice è imminente ed è attesa a ore. La storia è cominciata qualche settimana fa quando la famiglia ha fatto sapere ai medici bolognesi che per il loro bambino non sarebbe stato accettato in nessun caso sangue che arrivi da donatori vaccinati contro il Covid-19. La famiglia pretendeva che il sangue fosse prelevato solo da persone non vaccinate. Tanto da aver lanciato anche un tam tam in chat di ambienti No vax per reperire “volontari” non immunizzati pronti a donare il proprio sangue.
Per il Sant’Orsola è corsa contro il tempo: “L’intervento è urgente”
Il Sant’Orsola, in accordo col centro trasfusionale, si è opposto perché le donazioni di sangue devono seguire protocolli di legge molto rigidi e molto precisi. Proprio per garantire sicurezza. La famiglia a quel punto si è rivolta agli avvocati e il caso è finito davanti al giudice. Ed è scoppiato il caos.
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In ospedale, trovandosi davanti ad un caso particolarmente spinoso e grave, hanno consultato il proprio staff legale, tanto da emettere alcuni documenti ufficiali, secondo i quali i sanitari “che hanno in cura il minore ritengono che l’intervento chirurgico programmato non sia rinviabile stante l’estrema criticità della situazione e che occorra quindi acquisire il relativo consenso al fine di procedere con urgenza al ricovero e all’intervento presso il policlinico“. Non solo: l’ospedale ha segnalato il caso, oltre che al tribunale di Modena, anche alla procura dei minori di Bologna. Si attendono sviluppi nelle prossime ore. La battaglia è aspra, ma in mezzo c’è la vita di un bambino che di queste beghe non ne sa nulla e non c’entra nulla, soprattutto.