Covid, mascherine all’aperto: arriva l’ordinanza ufficiale sia per quanto riguarda l’uso obbligatorio in un posto al chiuso che all’aperto. E’ stato fatto un altro grande passo in avanti, anche se l’invito è sempre quello di non abbassare la guardia 
Da venerdì 11 febbraio cade l’ordinanza per quanto riguarda per l’obbligo di indossare le mascherine all’aperto. Attenzione però: questo non vuol dire assolutamente che non bisogna più portarle in giro e mettere definitivamente da parte. Non ci sono novità, invece, per quanto riguarda l’uso nei luoghi chiusi visto che continuerà ad essere obbligatorio.
Il ministro della Salute, Roberto Speranza, pochi minuti fa ha emanato una nuova ordinanza. Di cosa si tratta? Di portare con sé la protezione ed usarla nel momento in cui si incontrano amici per strade oppure quando c’è troppa gente in giro, con rischio di provocare un vero e proprio assembramento.
LEGGI ANCHE >>> Covid, mascherine all’aperto, arriva la buona notizia
Almeno fino al 31 marzo di quest’anno (a meno di clamorosi colpi di scena) è obbligatorio continuare ad usare la protezione nei luoghi chiusi che non siano le abitazioni private. Però c’è anche chi è esonerato da questa ordinanza. I bambini, con età inferiore ai sei anni, possono non indossare la mascherina.
Anche le persone che hanno patologie o disabilità incompatibili con l’uso della protezione. Inoltre anche le persone che devono comunicare con un disabile in modo da non poter fare uso del dispositivo. Una ordinanza anche per quelli che svolgono attività sportiva all’aperto non devono necessariamente indossare la protezione.
Covid, mascherine all’aperto solo in caso di affollamento o assembramento
Nella nota che è stata emanata pochi minuti fa si fa presente che: “l’uso del dispositivo di protezione delle vie respiratorie integra e non sostituisce le altre misure di protezione dal contagio”.
LEGGI ANCHE >>> Olimpiadi, assurdo nell’hockey: Russia-Canada si gioca con le mascherine – FOTO
L’ordinanza avrà inizio a partire dal venerdì di questa settimana fino a giovedì del 31 marzo. Queste disposizioni saranno valide anche per le regioni a statuto speciale e alle Province autonome come quelle di Trento e di Bolzano.
