Miss Ungheria scambiata per narcotrafficante, ora chiede 100mila euro

Greta, che intanto ha perso lavori e ha iniziato a soffrire di depressione e attacchi di panico, ha chiesto un risarcimento di 100mila euro. 

Brutta vicenda per Greta Gila, modella ungherese di 24 anni, tra le partecipanti a Miss Universo, scambiata per errore per narcotrafficante. I fatti risalgono a marzo del 2019, quando la ragazza si trovava di passaggio a Roma per poi dirigersi verso Tokyo. Peccato che quel giorno si sia trasformato in un vero e proprio incubo e la ragazza ha passato ben tre mesi in carcere, da innocente e senza nessuna colpevolezza.

La ragazza, partita da Londra, era diretta a Tokyo per un servizio fotografico ma si trovava a Roma, in un albergo di Fiumicino. Secondo quanto ricostruito, la ragazza avrebbe avuto un appuntamento con l’agente della casa di moda che l’aveva ingaggiata per il servizio fotografico. Entrambi erano in attesa della costumista quando, all’arrivo di questa, c’erano anche dei finanzieri che hanno arrestato Gila. La costumista avrebbe dovuto portare dal Brasile vestiti e della cocaina ma è stata tratta di arresto. Così, gli agenti le hanno proposto di effettuare una consegna guidata per capire chi fosse il destinatario del carico.

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“E’ accaduto però che il reale destinatario del carico di droga si è allontanato dal momento che la costumista ritardava. La persona che la trafficante ha incontrato è stata la mia cliente e gli agenti hanno arrestato entrambe“, racconta l’avvocato di Gila, Massimiliano Scaringella , all’Adnkronos. La modella, 24 anni, scambiata per una trafficante di droga mentre il reale destinatario del carico si era allontanato, è stata arrestata ed è stata detenuta ingiustamente per mesi. Nel 2019, i giudici le hanno inviato una lettera in cui comunicavano di aver commesso un errore.

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Ma il danno ormai era fatto. Greta, che intanto ha perso lavori e ha iniziato a soffrire di depressione e attacchi di panico, ha chiesto un risarcimento di 100mila euro. Saranno i giudici della quarta sezione penale della corte d’Appello di Roma a decidere se accogliere o meno la richiesta. La sentenza è attesa per il prossimo 22 febbraio. “Il problema, quando capitano queste vicende è il trauma. La carriera non è più decollata perché Gila ha ora paura di viaggiare. Timore causato dalla situazione che ha vissuto. Aveva sempre viaggiato senza problemi per fare la modella ma ora è una ragazza che vive nel terrore che si possa creare nuovamente un equivoco di questo genere. Non potrà più fare la modella e per lei è un trauma notevole. Gila ha rinunciato a questa carriera e ora fa la pittrice. E’ stata una sua scelta. Non se la sente più di entrare in contatto con persone che non conosce bene“, spiega l’avvocato. Mentre Gila, tornata in Ungheria, cerca di riprendersi dal trauma inflitto.

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