Il presidente francese Emmanuel Macron ha incontrato il presidente russo Vladimir Putin per la questione del conflitto ucraino
“Cominciamo a costruire una risposta utile per la Russia, utile per tutta la nostra Europa, una risposta che permetta di evitare la guerra, di costruire gli elementi di fiducia, di stabilità, di visibilità. Insieme”. Così, in un tweet, il presidente francese Emmanuel Macron si è espresso al margine dell’incontro con il presidente russo Vladimir Putin a Mosca, nell’ambito della crisi ucraina.
Un vertice durato 5 ore durante il quale, ha detto Macron nella conferenza stampa a margine del meeting, “la discussione che ha consentito di formulare una serie di proposte sulle quali credo di poter dire che ci siano elementi di convergenza fra la Russia e la Francia”. Putin, dal canto suo, si sarebbe detto favorevole alla ricerca di compromessi e ad evitare una guerra Russia-Nato.
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Secondo quanto riportano le agenzia di stampa, Putin dal canto suo avrebbe elogiato gli sforzi di Parigi sulla questione sicurezza, affermando senza indugi di voler “evitare la guerra” e di costruire “elementi di fiducia per tutti”. Anche Macron ha sottolineato che il dialogo è l’unica opportunità per garantire sicurezza e stabilità all’Europa.
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La situazione tra i due Paesi è scoppiata definitivamente alla fine del 2021 quando, a novembre, le tensioni ormai radicate dal 2014 sono cresciute, con l’invio da parte della Russia di 100.000 soldati nell’area di confine. Di conseguenza il governo ucraino, in accordo con USA e NATO, ha innalzato il livello di allarme temendo un possibile imminente attacco da parte di Mosca. La Russia, a sua volta, ha avanzato richieste di garanzie di limitazioni delle azioni NATO nella regione, chiedendo il divieto di allargamenti, il ritiro delle forze da paesi che si sono uniti all’Alleanza dopo il 1997. Tuttavia, crescono i pericoli per i civili. Secondo i dati di Save the children, sono ben 2,9 milioni le persone che necessitano di assistenza umanitaria nell’area interessata dal conflitto. Grave anche l’economia che, a causa dell’incalzare del conflitto, lungo la “linea di contatto” ha avuto un decremento di quasi il 50%, trascinando intere comunità in povertà assoluta.