Foibe, Dipiazza (sindaco Trieste): “Togliere onorificenza al boia Tito”

Il sindaco di Trieste nel giorno del Ricordo: “Per troppi anni la verità è stata nascosta, dimenticata e stravolta”

Il negazionismo è lo stadio supremo del genocidio e affinché tutto ciò che è stato non venga più a ripetersi, conserviamo nel cuore una delle immagini più significative degli ultimi anni: le mani unite del nostro presidente Mattarella e del presidente della Slovenia Pahor che hanno omaggiato insieme queste vittime con il capo chino e lo sguardo al futuro”. Lo ha detto il sindaco di Trieste, Roberto Dipiazza, intervenendo alla cerimonia alla foiba di Basovizza in occasione del Giorno del Ricordo.

Il giorno del Ricordo celebrato a Trieste – Ansa Foto –

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Trieste è una delle città simbolo. Un luogo in cui migliaia di italiani hanno subito atrocità e deportazioni. “La storia – ha aggiunto Dipiazza – finalmente sta ritrovando quella parte della memoria che per troppi anni era stata volutamente dimenticata, nascosta, stravolta, misconosciuta da stati, governi e politici. Qui sono state scritte pagine buie e vergognose della storia del ‘900 e dell’umanità”. Ma “grazie a questa nostra tenace volontà di far conoscere al mondo la verità si stanno sempre più soffocando quei meschini e vigliacchi rigurgiti negazionisti. Oggi l’Italia e sempre più parte del mondo conoscono cosa è stato l’olocausto delle foibe, eccidio di massa compiuto dalle bestie di Tito”.

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Dipiazza è convinto che finalmente si stia viaggiando verso la fine del negazionismo. “La conferma ci arriva anche dalla Slovenia che a coloro che provano a negare l’entità di questi gratuiti omicidi ha chiuso definitivamente la bocca con la commissione governativa di Stato che indaga sui crimini titini”. Il sindaco ha quindi chiesto al Parlamento “di togliere concretamente al boia Tito l’onorificenza di cavaliere di gran croce”. “Il mio impegno – ha conclusoè di poter accompagnare al sacrario di Basovizza un rappresentante della Repubblica di Croazia con cui abbiamo già avviato un fruttuoso dialogo”. Durante un momento di preghiera il vescovo di Trieste, monsignor Giampaolo Crepaldi, ha ricordato “uomini e donne, famiglie, bambini e anziani che furono sventurato bersaglio di violenze inaudite e di un odio sconsiderato da parte di chi aveva il cuore e la mente impregnate di ideologie disumane. Si scrisse allora un capitolo inquietante nella storia di queste nostre terre, che ancora ci parla di ferite dolorosissime, che non deve più ripetersi”.

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