Il grande annuncio del Pontefice in una lettera inviata a Mons. Fisichella: il 2025 sarà l’anno del Giubileo, per ritrovare la speranza alla fine dalla pandemia.
Inizia a muovere i primi passi il Giubileo del 2025. La notizia emerge da una lettera inviata dal Papa a Monsignor Rino Fisichella, presidente del dicastero a cui è affidata l’organizzazione dell’Anno Santo, vale a dire il Pontificio Consiglio per la Nuova Evangelizzazione.
L’annuncio del Papa per uscire dalla pandemia
Se il Grande Giubileo dell’anno 2000 ha introdotto la Chiesa nel terzo millennio, quello del 2025 dovrà accompagnare il mondo verso l’uscita da uno dei drammi più bui in assoluto della storia recente, quello della pandemia scoppiata nel marzo 2020 che ha messo in ginocchio l’intero Pianeta.
Dopo due anni di pandemia, Francesco con l’indizione di questo Giubileo intende dare un segno di “rinascita di cui tutti sentiamo l’urgenza”. Due anni di incertezze, ansie e sofferenze che il Papa vuole così suggellare con un evento di popolo e di Chiesa, di unità e di speranza.
“Negli ultimi due anni abbiamo patito dubbi e paure per la pandemia, la scienza con tempestività ha trovato un primo rimedio. Abbiamo piena fiducia che l’epidemia possa essere superata e il mondo ritrovare i suoi ritmi di relazioni personali e di vita sociale”, sono le parole del Pontefice.
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Il documento con cui annuncia la decisione è stato firmato a San Giovanni in Laterano proprio oggi 11 febbraio, memoria della Beata Vergine di Lourdes. Il motto scelto per questo evento è “Pellegrini di speranza”, e nasce proprio dall’obiettivo di Bergoglio di favorire “un clima di speranza e di fiducia” al termine della pandemia.
Le parole di Francesco nel dare il grande annuncio
“Negli ultimi due anni non c’è stato un Paese che non sia stato sconvolto dall’improvvisa epidemia che, oltre ad aver fatto toccare con mano il dramma della morte in solitudine, l’incertezza e la provvisorietà dell’esistenza, ha modificato il nostro modo di vivere”, ha affermato il Papa, ricordando il patimento vissuto da tutti, compresi i cristiani, anche a causa delle tante limitazioni imposte per fronteggiare il contagio.
Scuole, fabbriche, uffici e luoghi del tempo libero, fino alle chiese, sbarrate come non era mai accaduto nella storia, nemmeno in tempo di guerra. Ricordando questi eventi nefasti, che la lettera lascia trasparire come eventi da cui ci si sta lentamente allontanano, lasciandoli alle spalle, il Papa ha anche ringraziato nuovamente uomini e donne di scienza, che “hanno trovato un primo rimedio che progressivamente permette di ritornare alla vita quotidiana”.
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In sostanza, davanti al male l’invito del Papa è di “tenere accesa la fiaccola della speranza” e “fare di tutto perché ognuno riacquisti la forza e la certezza di guardare al futuro con animo aperto, cuore fiducioso e mente lungimirante”.