Il cantautore britannico ha chiuso l’accordo con l’etichetta musicale con cui ha collaborato per la maggior parte della sua carriera: 300 milioni di dollari incassati, nell’intesa rientrano anche i brani dei Police.
Sulle orme di Bob Dylan. Il proprio catalogo venduto interamente alla Universal Music Group. È la scelta, o meglio l’intesa, ufficializzata da Sting: brani ceduti all’etichetta per la “modica” cifra di 300 milioni di dollari.
Il pacchetto comprende le canzoni realizzate da solista e anche quelle in collaborazione coi Police, band di cui è stato il frontman, tra cui spiccano “Roxanne” e “Every Breath You Take”. L’ennesima mossa della Universal, già proprietaria dal 2020 delle opere di Bob Dylan, premio Nobel per la letteratura nel 2016 (nel suo caso, i milioni di dollari sborsati, furono addirittura 500). “Per me è essenziale che tutto il lavoro della mia vita abbia una casa in cui sia apprezzato e rispettato”, ha dichiarato Sting, che per la maggior parte della sua carriera è “appartenuto” alla Universal, appunto. “Dico questo non solo per utilizzare nuovi modi per entrare in contatto con i fan di lungo corso, ma anche magari per presentare le mie canzoni a un nuovo pubblico, generazioni e musicisti”.
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Il cantautore britannico, ora 70enne, ha aggiunto: “Nella mia carriera ho avuto lunga relazione di successo con Universal come partner dell’etichetta, sotto la guida di Lucian (Grainge, ndr). Per questo motivo, mentre mi preparo per il prossimo capitolo, è stato naturale unire tutto in una casa fidata. Un’unica casa…”. Ormai è diventata prassi che le industrie discografiche acquisiscano tramite ingenti investimenti i diritti delle canzoni e delle registrazioni degli artisti internazionali più celebri. Un passaggio di consegne già avvenuto con David Bowie, Tina Turner, Fleetwood Mac, Blondie, David Guetta, Shakira, Neil Young e Taylor Swift. Chissà chi sarà il prossimo a riempire ancora di più le proprie tasche.