Un equivoco tra Regione e Ministero ha fatto partire le iniezioni per i 58 mila immunodepressi senza che ci fosse ancora il via libera dell’Aifa
Un pasticcio bello e buono. Che solo in Italia poteva accadere. Nell’ultimo giorno della settimana, nel primo pomeriggio, la Regione Piemonte ha annunciato di aver iniziato a somministrare la quarta dose del vaccino contro il coronavirus alle persone immunodepresse, le prime a ricevere il richiamo: pochi minuti dopo, il ministero ha chiarito che non c’era stata nessuna autorizzazione e la Regione ha dovuto interrompere le vaccinazioni.
Peccato che nei giorni precedenti in alcuni ospedali erano già stati vaccinati per la quarta volta i primi pazienti più fragili. I medici avevano iniziato a somministrare la quarta dose in virtù di un’autorizzazione arrivata dal ministero della Salute, che in realtà era stata male interpretata da alcuni funzionari regionali. “La quarta dose, esclusivamente per gli immunocompromessi, è oggetto di valutazione da parte della nostra comunità scientifica. Solo dopo il pronunciamento di AIFA potrà eventualmente essere autorizzata”, la circolare con la quale il ministero ha fermato tempestivamente le vaccinazioni.
Il grande equivoco per colpa di due tecnici di ospedale
Ma come è successo tutto questo papocchio? La prima comunicazione tra la Regione e il ministero risale al 9 gennaio, quando il Piemonte chiese di poter somministrare la quarta dose a 58mila persone immunodepresse. La risposta, non chiarissima per la verità, è arrivata il 21 gennaio. “I soggetti che rientrano nelle categorie specificate nella predetta circolare, a distanza minima di 28 giorni dalla seconda dose, ricevono una dose addizionale e tale schedula, ovviamente solo per i soggetti a rischio, si configura come ciclo primario. Per tali soggetti è indicata anche la successiva somministrazione di una dose di richiamo a distanza di almeno 120 giorni dal completamento del ciclo primario, ovvero dalla dose addizionale”.
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A differenza di altri paesi, in Italia non è stata autorizzata la somministrazione della quarta dose del vaccino. Giovedì il direttore dell’AIFA, l’agenzia italiana per il farmaco, Nicola Magrini, ha detto che in futuro potrebbe essere somministrato un richiamo “che auspichiamo annuale, ma non sarà una quarta dose”. Come ha spiegato Repubblica, ieri il ministero ha chiarito che l’equivoco è nato da uno scambio informale tra due tecnici in cui non erano stati fatti riferimenti espliciti alla quarta dose. Gli ospedali e le aziende sanitarie hanno poi sospeso tutti gli appuntamenti in attesa dell’autorizzazione ufficiale da parte dell’AIFA.