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Nainggolan senza freni: che attacco alla Juve e al ct del Belgio

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Paolo Colantoni

L’ex centrocampista di Cagliari, Roma e Inter parla di tutto, senza censura. Dal mancato arrivo alla Juve all’addio alla Roma

Schietto, diretto e senza peli sulla lingua. Come sempre. Radja Nainggolan si è aperto in una diretta Twitch sul canale di Ocw Sport. Con Andrea Panciroli e Damiano il Faina, l’ex centrocampista di Cagliari, Roma e Inter, ha toccato tanti punti: dall’addio alla Roma alla Juventus, fino ai derby.

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Radja Nainggolan con la maglia della Roma – GettyImages –

Quando lasciò il Cagliari per passare alla Roma, fece indispettire i tifosi della Juventus. Per alcune dichiarazioni (“non andrei mai alla Juve”), e per il mancato passaggio (nonostante un lungo corteggiamento) al club torinese. A distanza di tempo, Nainggolan spiega: “Avevo detto che non sarei mai andato alla Juve, ma non perchè odio la squadra bianconera, come qualcuno ha scritto sui social, ma semplicemente perchè a me piace vincere contro i più forti. In quegli anni la squadra più forte era la Juve e io volevo giocarci contro. La mia sfida era quella. Andare alla Juve, giocare cinque partite e vincere tutto, non era vincere per me. Nonostante la Juve abbia spesso bussato alla mia porta, senza aver pressato troppo però”.

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Con la Juventus avrebbe potuto guadagnare cifre molto più grandi:A me dei soldi non è mai fregato un ca..o. Se avessi pensato ai soldi sarei andato alla Juve, potevo andare al Chelsea, avrei fatto una carriera diversa. Ma io preferisco essere me stesso in una città dove sono ben accettato e posso vivere la mia vita come uomo e giocatore. Alla Roma ho giocato una media di una quarantina di partite l’anno. Se avessi fatto lo stesso alla Juve, mi avrebbero raddoppiato lo stipendio. Ma non mi interessava. A Roma stavo bene. Uscivo, bevevo, ma in campo davo tutto. E i tifosi mi apprezzavano per questo”.

L’addio alla Roma arrivò con l’arrivo di Monchi.Arrivammo in semifinale di Champions, al termine di una grande stagione. Io ero convinto di restare, ma per la società non era la stessa cosa. Vado in vacanza e dal nulla mi arrivano chiamate dalla Turchia, da ogni parte del mondo. La Roma aveva dato il mandato a certi procuratori per rappresentare la società nella trattativa, facendo fuori anche il mio procuratore. A quel punto ho deciso io dove andare e ho scelto l’Inter per seguire Spalletti. I derby? L’ho giocato a Roma e lì è questione di vita o di morte, a Milano invece è come una partita tra amici. A Roma la gente ti ricorda il derby anche per settimane dopo il match, mentre a Milano il giorno dopo puoi uscire e fare un giro senza problemi”. Chiusura dedicata alla Nazionale di Mancini.Per me andrà al Mondiale. Il Belgio? Squadra fortissima, ma credo le manchino gli attributi e forse, anche un allenatore”. 

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Paolo Colantoni