I contagi in Italia sono in calo ma la stretta sul Green pass e le misure scatteranno comunque da domani: polemica sui tempi e i modi, Speranza non fa retromarcia.
Un dato su tutti sembra ormai chiaro. L’Italia è in controtendenza rispetto alle altre nazioni, e nonostante gli indicatori della pandemia in calo, domani entreranno in vigore le nuove misure annunciate da giorni.
Tempismo. Questa è la parola chiave nelle scelte del ministro Speranza. Da domani sarà ufficiale la stretta sugli over 50, e sancirà l’obbligo di esibire il Super Green Pass nei luoghi di lavoro sia pubblici che privati. Chi ha più di 50 anni dovrà pertanto essere in possesso della certificazione verde che attesta l’avvenuta vaccinazione contro il Covid, oppure la guarigione dall’infezione.
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In sostanza non sarà più sufficiente effettuare tamponi, rapidi o antigenici, per accedere a uffici o luoghi di lavoro, pena sanzioni una tantum da 100 euro, multe più pesanti dai 500 ai 1600 euro e sospensione dal lavoro con stipendio bloccato. Un dato però emerge e preoccupa. In alcune regioni sono molte le persone over 50 senza vaccino. E se questi numeri si sommano ai contagi in calo, e ai provvedimenti di altre nazioni in cui le misure sono alleggerite, le riflessioni emergono spontaneamente e creano polemiche.
Speranza e il governo non arretrano e ciò che fa rumore non sono solo le misure, ma il tempismo. La stretta sugli over 50 nasce infatti da un decreto dell’8 gennaio, quando in Italia i contagi erano sopra i 200 mila al giorno. In una situazione in continua evoluzione però, le distanza fra la scelta e l’entrata in vigore è larghissima. L’evoluzione della pandemia sembra dare respiro al paese ma il governo non arretra ed è deciso a prolungare il certificato verde fino a giugno.
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Dati che si scontrano con le misure prese negli altri paesi, decisi ad allentare la presa. L’Olanda le sta cancellando quasi tutte, la Francia da tempo ha abolito la mascherina e più in generale l’Europa respira. Speranza però parla di una strategia giusta e mirata, che sembra però peccare di tempismo. Le prossime settimane daranno risposte, ma il governo non molla e valuta le prossime misure. In attesa di una svolta che possa allontanare lo spettro delle restrizioni, ma da prendere subito per evitare nuovi blocchi e una pressione sul mondo del lavoro che in questa fase potrebbe produrre danni molto pesanti.