Il Comitato scientifico per la salute giovanile ha presentato un documento sulle conseguenze che l’uso della cannabis determina sulla salute dei giovani
I giudici della Consulta, sotto la nuova presidenza di Giuliano Amato, si riuniranno domani, il 15 febbraio, in camera di consiglio per decidere il destino di sei referendum sulla Giustizia e di quelli su eutanasia attiva e cannabis legale. In totale, dunque, i referendum che passeranno ai 15 giudici costituzionali, sono otto.
E mentre sulla giustizia fa discutere la presa di posizione di Giorgia Meloni, sul fronte cannabis legale le discussioni aperte sono diverse. Numerose sono le associazioni promotrici del referendum: Meglio Legale; Forum Droghe; Antigone; associazione Luca Coscioni. Diversi anche i partiti favorevoli: +Europa, Possibile, Radicali, Sinistra Italiana, Potere al Popolo, Rifondazione comunista, Europa Verde. In un clima generale che sembra essere di favoritismo, c’è anche chi è contrario. Questa mattina, il Comitato scientifico per la salute giovanile, nella figura del presidente Giuseppe Bersani e del coordinatore Antonio Bolognese, con il questore Antonio Pignataro, ha consegnato all’onorevole Filippo Gallinella, presidente della commissione Agricoltura della Camera, un documento relativo alle conseguenze che l’uso della cannabis determina sulla salute dei giovani.
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Il testo mira a supportare quanto riportato nel decreto interministeriale Conferenza Stato-Regioni del 12 gennaio scorso. Nel documento, informa Agi, Bersani ha illustrato le dimensioni del problema cannabis in Italia e fornito un quadro delle alterazioni mentali, talora irreversibili, che conseguono all’uso, specie in una fascia di età sempre più precoce. Pignataro, invece, ha ricordato la sentenza della Corte di Cassazione del 30 maggio 2019, frutto di procedimenti penali scaturiti da indagini disposte sul mondo della “cannabis light”, in quanto questore di Macerata. La sentenza, che avrebbe dovuto decretare la fine della vendita delle sostanze in tutta Italia, ha invece dato luogo ad una controffensiva dei commercianti di canapa. Bolognese ha ribadito invece le conseguenze della cannabis sulla salute mentale, sottolineando che l’obiettivo del Comitato è intraprendere una campagna di comunicazione per sostenere che “la cannabis non è una droga leggera”.
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Il quesito andrebbe a modificare il “Testo Unico” in materia di disciplina degli stupefacenti e sostanze psicotrope, modificandone la rilevanza penale e le sanzioni amministrative. Il referendum propone la depenalizzazione della coltivazione e l’eliminazione del carcere per qualsiasi condotta illecita relativa alla cannabis, tranne per l’associazione finalizzata al traffico illecito. La coltivazione della cannabis sarebbe depenalizzata, tranne che nel caso in cui la sostanza non sia destinata allo spaccio. Via anche alla sanzione della sospensione della patente di guida e del certificato di idoneità alla guida di ciclomotori, prevista per tutte le condotte finalizzate all’uso personale di qualsiasi sostanza stupefacente o psicotropa.