ESCLUSIVA – Adinolfi: “Djokovic alla Mandela, simbolo apartheid sanitario”

Il blogger esalta il tennista serbo per la sua presa di posizione sul vaccino: “I suoi colleghi seguono scorciatoie, lui non si piega al potere”

Fa discutere con le sue posizioni, che sono spesso opposte al pensiero comune e non è stato da meno nella vicenda legata al vaccino, alla libertà di vaccinarsi e soprattutto alla situazione legata al green-pass sia base che rafforzato. Lui è Mario Adinolfi, battitore libero, uno che studia e si aggiorna, con idee che tante volte in questi ultimi due anni, sono andate in contrasto con politici, opinionisti, virologi e così via. Ma oggi, dopo aver sentito le parole di Djokovic, si è accodato, le ha esaltate e, in un certo modo, parlando con Notizie.com, le ha fatte sue: “Mi hanno molto colpito le sue dichiarazioni e la sua presa di posizione. In un tempo in cui tutti corrono per diventare, nel suo caso, i tennisti più vincenti della storia e del mondo, tanti avrebbero scelto la più facile delle scorciatoie, ma non Nole che invece ha scelto di restare con la schiena dritta, di non piegarsi e pagare un prezzo molto importante”.

Mario Adinolfi, scende in campo al fianco di Signorini (screenshot Notizie.com)

Per Mario Adinolfi le frasi del tennista serbo gli hanno aperto quasi un mondo ed è rimasto molto sorpresa dalla facilità con cui il campione e numero uno del mondo ha scelto la sua posizione: “E’ molto difficile in questo tempo in cui il successo sembra essere il massimo delle aspirazioni possibili, scegliere al posto del successo, l’insuccesso il non poter neanche competere rispetto a un ideale, a una presa di posizione, a una volontà di non piegarsi. E’ molto anomalo“.

“Il green-pass è identico all’Apartheid, discriminazione allo stato puro e chi non si piega al potere deve essere punito. Ma Nole va avanti e io con lui”

Novak Djokovic
Diversi i dubbi sul 2022 di Novak Djokovic, le ultime © Ansa

Il blogger e politico Mario Adinolfi va avanti senza e non fa che esaltare il comportamento e la presa di posizione di Nole Djokovic, un modo per dare un esempio e far capire bene le cose, soprattutto se a farlo è un fuoriclasse come lui. “Sia ben chiaro non andiamo nelle miniere di carbone – sottolinea il giornalista a Notizie.com -, paghiamo un prezzo per mantenere una coerenza, Nole ha fatto una valutazione, non siamo soli, fa molto più un problema per un padre di famiglia oggi non poter prendere lo stipendio perché non ha il super green-pass rafforzato. Sono 500.000 le persone che hanno questa condizione, privati di uno stipendio, di una condizione di andare a lavorare, di poter prendere un autobus o un caffè al  bar. Ecco perché lo chiamo Apartheid e lo è senza ombra di dubbi

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Non c’è nessuna differenza, l’Apartheid è la separazione di un gruppo di persone che è determinato da una certa caratteristica, nel caso sudafricano dalla pelle nera con tutta la storia di Nelson Mandela e le sue battaglie che conosciamo bene, nel nostro caso, invece, nel non avere il Super green-pass rinforzato, e queste si chiamano discriminazioni. Amnesty International è intervenuto, non è che ci stiamo a raccontare le barzellette. E la presa di posizione di Nole Djokovic, fa ragionare, anche perché non sono gesti estemporanei di un ricco vanitoso, ma sono gesti di coraggio e rigore morale“. Per Adinolfi, il tennista numero uno del mondo è “un simbolo“, un vero “eroe dei nostri tempi“, ma viene massacrato perché c’è un “un accanimento, un fortissimo accanimento da punire perché come Djokovic siamo simboli di un’irriducibilità rispetto al potere: se il potere dice devi fare una cosa e tu non la fai e resti in piedi e sfidi il potere la conseguenza è l’accanimento del potere nei tuoi confronti e devi sapere che devi essere pronto a pagarne le conseguenze per Nole sono Parigi il Rolando Garros e Londra a Wimbledon. So che devo pagare ma non cedo. Il potere non sopporta chi non si piega“.

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