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ESCLUSIVA – Franco Baresi: “Goggia, che impresa! Come me nel 1994…”

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Carlo Roscito

L’ex difensore azzurro ha parlato a notizie.com: negli Stati Uniti giocò una super partita contro il Brasile a soli 25 giorni dalla lesione al menisco. Oggi si complimenta con la sciatrice che ha conquistato l’argento a Pechino: “La testa fa la differenza, ha dimostrato grande coraggio e determinazione”.

Campioni che sfidano il tempo. Rallentano le lancette solo perché non possono fare altro, altrimenti le fermerebbero. Gare epiche, storie da raccontare che partono dalla disperazione di dover rinunciare all’appuntamento più importante, quello desiderato per tutta la vita.

Franco Baresi si complimenta con Sofia Goggia: “Una vera impresa la sua medaglia d’argento” (Getty Images)

Invece no, non ci si nega niente col fuoco che arde dentro: quegli attimi di delusione non prevedono la rassegnazione. Sofia Goggia, argento olimpico 23 giorni dopo la lesione parziale del legamento crociato con mini frattura al perone: discesa libera verso la leggenda. Riviene in mente Franco Baresi, arrivato a un passo dal diventare campione del mondo “senza” un ginocchio. Non fosse stato per quei maledetti calci di rigore… Partita straordinaria contro il Brasile di Romario e Bebeto, fu sontuoso per 120 minuti (supplementari compresi) a soli 25 giorni dalla lesione al menisco riportata nel secondo match della fase a gironi con la Norvegia. Tic-tac, tic-tac: doveva esserci, in quella finale del 1994. C’è stato. 

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Baresi elogia Goggia: “Ha dimostrato coraggio e forza mentale”

Sofia Goggia come Franco Baresi: alla sciatrice sono bastati 23 giorni dall’infortunio al ginocchio per tornare protagonista (Getty Images)

L’ex difensore azzurro, uno dei più forti in assoluto della storia del calcio, si complimenta con la sciatrice protagonista a Pechino. Il suo secondo posto vale più di un “semplice” oro: “Ho saputo, la sua è una vera impresa!, risponde Baresi in esclusiva a notizie.com“Cosa c’è dietro a tutto ciò? Sono tante componenti messe insieme: il coraggio, la determinazione, sopratutto la forza mentale. Lei l’ha sempre dimostrata, a maggior ragione stavolta. Ha veramente delle doti importanti se è riuscita a fare una prestazione del genere in discesa libera dopo l’infortunio che ha avuto. La forza mentale penso sia l’aspetto più importante”. 

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Sulla finale del Mondiale 1994: “Fino a 2 giorni prima non pensavo di giocare”

Franco Baresi è stato uno dei difensori più forti della storia del calcio: nel 1994 affrontò il Brasile 25 giorni dopo la lesione del menisco (Getty Images)

Baresi ripensa al Mondiale negli Stati Uniti, al percorso che lo portò a rispondere presente distruggendo ogni pronostico: “Ogni giorno è una tappa, fino a 48 ore dalla finale con il Brasile non pensavo di giocare. Pure nel mio caso è stata fondamentale la testa: ha riposato, si è ricaricata, ha vinto il dominio mentale. Ho guardato e pensato sempre positivo, volevo farcela”. Il dolore, così, sparisce all’improvviso: “Certo, c’è il pensiero che uno possa rifarsi male, ma il segreto è proprio nella mentalità. La testa, una volta che inizia la tua gara, fa la differenza”. Chapeau a Sofia. E a Franco, anche a 28 anni di distanza. 

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Carlo Roscito