Nonostante i miliardi di dollari incassati negli ultimi due anni dall’azienda farmaceutica statunitense, nel dipartimento di Catania continuano i tagli al personale. Proteste davanti alla sede di Confindustria
Almeno per il momento non c’è nessun ripensamento in programma, il licenziamento collettivo di 130 lavoratori della Pfizer Catania è stato confermato. Questa mattina i rappresentanti di Cgil, Cisl, Uil e Ugl hanno tentato la via del dialogo con l’azienda farmaceutica statunitense, al fine appunto di rivedere la decisione e reintegrare gli ex dipendenti. Tuttavia il confronto non ha portato a quanto desiderato, dal momento che – come spiegato dalle sigle sindacali – “le distanze sono rimaste siderali”.
Tra le proposte, al momento non accolte, quella di ricollocare almeno 50 unità nel sito di Ascoli Piceno, dove sarà prodotta la pillola anti Covid-19. Non è nemmeno la prima volta che la casa farmaceutica, diventata celebre in modo particolare durante la pandemia, mette alle porte i suoi dipendenti, visto che altri 80 con contratto interinale erano già stati mandati via in precedenza.
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Pfizer, ancora tagli al personale
I lavoratori sono scesi in piazza davanti alla sede di Confindustria per protestare, ma il timore più che concreto è che non siano neanche gli ultimi a dover fare i conti con una situazione del genere, visto che – come fanno notare ancora i sindacati – potrebbe trattarsi solo di una “prima sfoltita” nello stabilimento di Catania, dal momento “che non esiste un piano di ristrutturazione o di consolidamento e gli investimenti annunciati fanno presagire ben altro rispetto ad una volontà di mantenere aperto questo punto produttivo”. Proprio per questo motivo, infatti, si stima che siano a serio rischio i posti di lavoro dell’intero stabilimento, cioè circa 660 lavoratori. Una tendenza che poco si sposa con il gran numero di incassi arrivati alla Pfizer da due anni a questa parte, a seguito della messa sul mercato del vaccino anti-Covid e adesso (a partire dal 4 febbraio) anche della pillola per combattere la malattia. Sono miliardi di dollari…