Vittorio Feltri replica a Repubblica che ha dedicato alcune pagine a Benito Mussolini e alle sue abitudini sessuali
Il fascismo è davvero un pericolo per la nostra società di oggi? La sinistra sostiene un ritorno alle camicie nere, ma il pericolo esiste davvero o è solo immaginazione? Prova a rispondere a queste domande Vittorio Feltri, in risposta ad un articolo di Repubblica scritto dall’ex direttore Ezio Mauro, in cui si ricorda Benito Mussolini.
“Il fascismo, morto e sepolto, non è più un pericolo da combattere ma rimane un grande incubo che suscita preoccupazione nel pubblico. Ieri la Repubblica, per la penna brillante del suo ex direttore, Ezio Mauro, ha dedicato una pagina a Mussolini raccontando in modo perfino divertente le prodezze sessuali di Benito, come se questi fosse stato l’unico politico che perseguisse piaceri del letto e quelli del potere”, esordisce Feltri. Eppure, le pagine si leggono. Qual è la ragione? E’ che il Duce, amato o odiato che fosse, esercita ancora un fascino irresistibile su molti italiani, “compresi quelli che per ovvie ragioni anagrafiche non hanno vissuto neanche un brandello del regime“, scrive Feltri.
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Poi, il giornalista ripercorre la storia del fascismo, che cominciò la sua marcia un secolo fa, durante il quale è successo di tutto, inclusa una guerra mondiale, seguita dalla rinascita nazionale favorita dalla Resistenza e soprattutto dagli americani. Tuttavia, ancora oggi, gli italiani, specialmente quelli di sinistra, non si sono placati. “Le camicie nere, l’olio di ricino, le spedizione punitive costituiscono una sorta di minaccia per quanto inesistente per motivi oggettivi. Forse c’è in giro pure qualche cretino che agita alcuni cimeli del Ventennio allo scopo di fare un po’ di casino, ma considerarlo un nemico acerrimo delle istituzioni è un esercizio insensato”, dice Feltri.
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Se i littoriali e roba simile appartengono, per il giornalista, al patrimonio folcloristico nazionale, sul piano storico non sente dire né legge qualcosa di sostanziale. Poi Feltri ripercorre la storia, passando per la prima guerra mondiale, che incendiò l’Europa senza un vero perché, quando il futuro Duce, pur essendo un socialista di ferro, si schierò a favore degli interventisti, “dimostrando una irragionevolezza spaventosa, pari a quella di moltissimi intellettuali dell’epoca. Un’aggressività gratuita che indusse i compatrioti ad andare al fronte a morire ammazzati, ignari degli scopi bellici”.
La sciagura vera e propria, comincia quando il nostro dittatore si apparenta con Hitler con il quale condivide la passione per i carrarmati e i cannoni. “Seconda guerra mondiale, seconda guerra cosmica. La sinistra quando è a corto di argomenti m sempre, e perde voti, sfodera l’arma più spuntata che si possa immaginare: la lotta ai camerati che essendo una esigua minoranza di psicolabili, perdono sempre”, conclude Feltri.