Il provvedimento che contiene le norme relative alle concessioni balneari si trova nella bozza al ddl concorrenza
Il dado è tratto. Alla fine, il Consiglio dei ministri convocato sull’applicazione della direttiva Bolkestein sulle concessioni balneari ha dato via libera alla norma che prevede la messa a gara delle concessioni degli stabilimenti balneari dal primo gennaio 2024, anche se è stata ribadita la necessità di valutare il testo ed esaminare la norma.
La bozza al ddl concorrenza in cui si trova il provvedimento che contiene le norme relative alle concessioni balneari è arrivata sul tavolo dei ministri a Consiglo iniziato. La decisione che stabilisce di mettere a gara le concessioni in essere è stata approvata all’unanimità e decreta lo stop al regime di proroga a partire dal 2024, quando saranno ripristinate le gare.
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Delusa Fratelli d’Italia che aveva presentato una mozione per prorogare le concessioni di altri 99 anni. Mario Draghi, però, sembrava già intenzionato a seguire le indicazioni arrivate dall’Unione Europea, aprendo le porte nel 2023 ad una nuova gara per le concessioni balneari. Una nuova gara, però, dice Meloni, finirebbe per mettere a rischio la sopravvivenza di tutte quelle aziende che sugli stabilimenti hanno costruito il proprio lavoro.
“Oggi in Cdm si è consumato il primo atto di un esproprio ai danni di 30mila imprese balneari che avrà durissime conseguenze economiche e sociali. È assurdo che con la crisi ucraina, il caro bollette e l’aumento del prezzo di molti generi di prima necessità il Governo Draghi individui nelle concessioni balneari la priorità per la Nazione e che, con tesi strampalate, legittimi la demonizzazione di un’intera categoria”, tuona la leader di Fratelli d’Italia subito dopo l’approvazione della riforma delle concessioni balneari, affermando che il provvedimento “non c’entra nulla con l’entità dei canoni, il costo di un lettino o la cementificazione delle coste, è solo un vergognoso regalo alle multinazionali straniere che colpisce migliaia di imprese italiane che hanno investito, molte di loro anche recentemente facendo affidamento sulla proroga al 2033 tuttora prevista dalla legge vigente”.
Non ci sarebbe nessuna tutela efficace ai concessionari uscenti, che verranno in buona parte spazzati via. Secondo Giorgia Meloni, “una delega con paletti così deboli non attribuisce alcuna tutela efficace ai concessionari uscenti, che verranno in buona parte spazzati via con le evidenze pubbliche tra pochi mesi. Cosa che non accadrà ai loro colleghi spagnoli o portoghesi che hanno ottenuto dai loro governi non un esproprio ma proroghe lunghissime senza che la Commissione Ue alzasse un dito”.